Le infezioni alimentari rappresentano una minaccia significativa per la salute pubblica, soprattutto quando coinvolgono grandi catene di ristorazione. Recentemente, un focolaio di E. coli O157, un batterio noto per causare gravi disturbi intestinali, è stato collegato a ingredienti utilizzati nei famosi Quarter Pounder di McDonald’s. Questo episodio, che ha già provocato decine di casi negli Stati Uniti, evidenzia le vulnerabilità legate alla sicurezza alimentare nelle filiere globali e la necessità di risposte tempestive per proteggere i consumatori.
Focolaio di Escherichia Coli da McDonald’s: 49 persone ammalate, un bambino grave e un anziano deceduto. Ecco cosa sta succedendo!
Un recente focolaio di infezione da E. coli O157, un ceppo pericoloso di batterio in grado di provocare gravi malattie intestinali, è stato associato agli ingredienti presenti nei Quarter Pounder di McDonald’s. Secondo i dati forniti dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’infezione ha colpito 49 persone distribuite in 10 stati degli Stati Uniti, con un caso mortale che ha riguardato un anziano del Colorado.
Oltre al decesso, si sono registrati dieci ricoveri ospedalieri, tra cui un bambino che ha sviluppato la sindrome emolitico uremica (SEU), una grave complicanza che può compromettere la funzionalità renale. I sintomi principali dell’infezione da E. coli includono crampi addominali, diarrea (a volte ematica) e vomito, con un periodo di incubazione che varia dai tre ai quattro giorni dopo il contatto con il batterio. Sebbene la maggior parte delle persone riesca a guarire spontaneamente nell’arco di una settimana, alcune possono sviluppare complicazioni severe, come nel caso del bambino ricoverato.
L’indagine per identificare l’ingrediente: la risposta delle autorità preposte
Il CDC ha avviato un’indagine per identificare l’ingrediente specifico all’origine dell’epidemia, concentrandosi su due elementi sospetti: le cipolle fresche affettate e le polpette di manzo utilizzate nei Quarter Pounder. Come misura precauzionale, McDonald’s ha rimosso questi ingredienti dai suoi punti vendita situati nelle aree coinvolte; di conseguenza, in alcune zone il Quarter Pounder non è temporaneamente disponibile.
La problematica sembra derivare da un unico fornitore che rifornisce tre centri di distribuzione, come spiegato da Cesar Piña, Chief Supply Chain Officer di McDonald’s North America. In risposta all’epidemia, McDonald’s ha temporaneamente sospeso la distribuzione delle cipolle sospette e collabora attivamente con i CDC per monitorare e risolvere l’emergenza.
Le autorità sanitarie raccomandano a chiunque abbia consumato un Quarter Pounder e manifesti sintomi riconducibili all’infezione da E. coli di rivolgersi prontamente a un medico. È possibile che il numero di persone colpite sia più alto di quanto riportato, poiché non tutti i casi vengono diagnosticati o segnalati.
Questo episodio richiama l’attenzione su precedenti focolai legati alla catena, come l’epidemia di E. coli del 1982 e l’episodio di ciclospora nel 2018, sottolineando l’importanza di mantenere alti standard di sicurezza alimentare nel settore dei fast food.
Fonte: McDonald’s / CDC