Cavolfiore, se fai così prima di cuocerlo assumi 3 volte in più questo nutriente importantissimo: non ti costa nulla!

Non tutti sanno che esiste un piccolo trucco per rendere il cavolfiore, e tutte le crucifere, ancora più buono e sano. Approfondiamo insieme l’argomento e lo studio dedicato.

Le crucifere sono una famiglia di verdure dai grandi benefici per la salute, di cui probabilmente conosci già i membri più noti: il cavolfiore, i broccoli, i cavoletti di Bruxelles, il cavolo riccio e il cavolo verza. Sono celebri per il loro apporto di vitamine, minerali e, soprattutto, per la presenza di potenti composti fitonutritivi.

Uno di questi composti, il sulforafano, è al centro di numerosi studi per le sue proprietà antiossidanti, anti-infiammatorie e potenzialmente anticancerogene. Ma c’è un trucco che in pochi conoscono e che può rendere ancora più sano il cavolfiore (e tutte le altre crucifere).

Qual è il trucco per rendere il cavolfiore ancora più sano e ricco di nutrienti? E’ semplicissimo!

Parliamo del cavolfiore, una delle verdure invernali più amate. Questo ortaggio non solo è gustoso e versatile, ma è anche un vero toccasana per l’organismo, ricco di vitamine come la C e la K, fibre e minerali come il potassio e il calcio. C’è un piccolo segreto per massimizzare i suoi effetti benefici: lasciare riposare il cavolfiore tagliato per almeno 30 minuti prima di cuocerlo. Questo semplice gesto può fare una differenza sorprendente nella quantità di sulforafano che il cavolfiore produce.

Quando si taglia il cavolfiore (o altre crucifere), si rompono le pareti cellulari delle sue parti interne, attivando così un enzima chiamato mirosinasi. Quest’ultimo è responsabile della trasformazione di sostanze chiamate glucosinolati in sulforafano, un composto attivo solo nel momento in cui la pianta viene “stressata” da tagli o masticazioni. L’azione della mirosinasi, tuttavia, richiede tempo per completarsi; ecco perché attendere una mezz’ora dopo aver tagliato il cavolfiore permette di ottenere il massimo beneficio.

Studi, tra cui uno pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry, hanno dimostrato che questa semplice pausa può incrementare la produzione di sulforafano fino a 2-3 volte rispetto a un cavolfiore cotto subito dopo essere stato tagliato.

Questo metodo è facile da seguire: basta tagliare il cavolfiore in pezzi e lasciarlo a riposo, magari mentre si preparano altri ingredienti della ricetta. Passati almeno 30 minuti, sarà pronto per la cottura. In questo modo, si ottiene una quantità significativamente maggiore di sulforafano, migliorando le proprietà benefiche di questa verdura.

Quale metodo di cottura scegliere per mangiare queste verdure?

Il metodo di cottura influisce sulla quantità finale di sulforafano e, quindi, sui benefici che si ottengono. Il sulforafano è sensibile alle alte temperature, per cui bollire il cavolfiore potrebbe ridurre l’efficacia di questo composto benefico. Un metodo consigliato è la cottura a vapore, che permette di mantenere intatti molti nutrienti e preservare al meglio il sulforafano. La cottura a vapore per pochi minuti (massimo 5-7) è ideale per mantenere il cavolfiore croccante e nutriente. La cottura in padella, invece, è una buona alternativa, purché si utilizzi una quantità minima di acqua e si eviti di cuocere troppo a lungo.

L’obiettivo è ottenere un alimento ricco di sostanze nutritive e benefiche per il nostro organismo, senza comprometterne i benefici con cotture eccessive.

Fonte: Journal of Agricultural and Food Chemistry

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