La Guardia di Finanza ha intensificato i controlli sulla produzione, l’imbottigliamento e la distribuzione dell’olio extravergine di oliva in Italia, e recenti operazioni nelle province di Brindisi e Rieti hanno portato al sequestro preventivo di due aziende. Queste imprese sono accusate di aver ingannato i consumatori attraverso pratiche fraudolente legate alla vendita di olio extravergine.
Olio extravergine di oliva NON italiano, ne hanno venduto più di 500 tonnellate: proveniva dall’estero ed era olio vecchio!
Le indagini, coordinate dalla Procura di Brindisi e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno portato alla luce una vasta frode commerciale. Le aziende coinvolte avrebbero immesso sul mercato, nell’arco di due anni, circa 540 tonnellate di olio di origine greca, presentandolo falsamente come olio italiano al 100%. Per evitare la tracciabilità e nascondere l’origine del prodotto, l’olio veniva travasato in piccole quantità e poi venduto come se fosse di produzione locale.
L’accusa principale riguarda la falsificazione delle indicazioni geografiche e la vendita di olio di annate precedenti come se fosse di nuova produzione. Questa pratica, oltre a violare la fiducia dei consumatori, ha messo in crisi l’autenticità dei prodotti italiani, minando la reputazione di uno dei simboli della nostra tradizione alimentare.
È emerso un ulteriore aspetto rilevante durante le indagini: la vendita di circa 500 tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da raccolti vecchi, commercializzato come se fosse di annate recenti. Questa strategia ha consentito alle aziende di ottenere guadagni indebiti, sfruttando l’inganno sull’anno di produzione per aumentare il valore del prodotto.
Nel complesso, i profitti illeciti generati da queste attività sono stati stimati in oltre 940 mila euro, frutto di una sistematica falsificazione delle informazioni legate alla qualità e alla freschezza dell’olio commercializzato. Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, su richiesta della Procura, e ha coinvolto non solo le due aziende, ma anche i loro beni patrimoniali.
Attualmente, sei persone sono sotto indagine, accusate di frode commerciale, contraffazione e falsificazione, come già accennato.
Cosa succede se si consuma olio di questo tipo?
Consumare un olio extravergine di oliva ottenuto da olive vecchie o contraffatto può avere conseguenze sia sulla salute che sulla qualità del prodotto. L’olio prodotto con olive non fresche perde gran parte delle sue proprietà nutrizionali e organolettiche, come il sapore fruttato e l’aroma caratteristico. Col tempo, l’olio si ossida, sviluppando sapori rancidi e alterando i benefici per la salute, come il contenuto di antiossidanti e grassi sani.
Inoltre, può contenere miscele di oli di qualità inferiore o non dichiarati, e spesso viene etichettato in modo ingannevole, inducendo i consumatori a pagare di più per un prodotto che non corrisponde agli standard promessi. Questo tipo di frode compromette la fiducia dei consumatori e danneggia l’immagine dei prodotti autentici, minando la reputazione dell’olio extravergine italiano nel mercato globale.
Fonte: Brindisi Report