Sono una giornalista e per una settimana non ho mangiato cibi ultraprocessati: ecco cosa è successo dopo!

La giornalista del Guardian, Cecilia Nowell, ha intrapreso un esperimento, escludendo i cibi ultraprocessati dalla sua dieta per un’intera settimana. Scopriamo com’è andata!

La giornalista ambientale evita i cibi ultraprocessati: cosa è successo dopo una settimana?

Negli ultimi anni, la questione degli alimenti ultraprocessati ha suscitato un crescente interesse per i loro effetti sulla salute. Con il mercato che continua a offrire nuovi prodotti e un aumento della consapevolezza sui legami tra alimentazione e benessere, molti si chiedono se eliminare questi cibi possa apportare reali benefici. Per approfondire questa tematica, la giornalista del Guardian Cecilia Nowell ha deciso di condurre un esperimento personale: ha evitato i cibi ultraprocessati per una settimana, per valutare l’impatto di questa scelta.

È ormai ben noto che l’industria alimentare ha un impatto significativo sull’ambiente. Gli alimenti ultraprocessati, spesso confezionati in plastica e realizzati con ingredienti poco sostenibili, contribuiscono notevolmente al problema della plastica e all’impronta ecologica della dieta moderna. Inoltre, una dieta ricca di questi cibi è stata collegata a diversi problemi di salute, tra cui obesità, malattie cardiache e diabete, come dimostrano numerosi studi.

Come si è svolto l’esperimento della giornalista?

Ritornando all’esperimento, Nowell ha trascorso un’intera settimana senza consumare cibi ultraprocessati, optando esclusivamente per alimenti freschi, integrali e non elaborati. Ciò ha comportato l’abbandono di snack confezionati, cibi precotti e prodotti trasformati con ingredienti artificiali. Durante questa esperienza, ha affrontato varie sfide e fatto scoperte significative, tra cui la difficoltà di trovare alternative pratiche e facilmente accessibili ai cibi ultraprocessati.

Optare per alimenti integrali e non elaborati può richiedere un impegno maggiore nella preparazione dei pasti. Per molte famiglie, la praticità degli alimenti ultraprocessati rappresenta una scelta fondamentale, poiché la mancanza di tempo spinge spesso verso soluzioni rapide come cibi precotti o da asporto, nonostante i potenziali effetti negativi sulla salute nel lungo periodo. Inoltre, un altro ostacolo significativo è il costo più elevato associato a cibi più salutari:

“acquistare ingredienti integrali e cibi meno trasformati non è economico e, con l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, è quasi impossibile per molte famiglie.”

La giornalista ha inoltre evidenziato che:

“Sono felice di aggiungere la mia frutta e il mio miele allo yogurt greco e di ridurre le patatine, ma sono anche profondamente grata per alcuni prodotti, come il latte a base vegetale, soprattutto se penso al costo ambientale dei latticini convenzionali.”

L’esperimento di Nowell, in cui ha evitato i cibi ultraprocessati per una settimana, si è rivelato un’esperienza significativa che l’ha portata a riflettere sulle sue abitudini alimentari, sulla salute e sull’impatto ambientale dei suoi consumi. Potrebbe essere un’opportunità per incoraggiare anche altri a considerare scelte più sane e sostenibili nella loro dieta quotidiana.

Fonte: Guardian

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