Non scaldare il biberon così | Miliardi di microplastiche ritrovato nel latte dei neonati: eppure lo fanno tutti!

Scaldare il biberon e contenitori per alimenti per bambini nel forno a microonde è un gesto quotidiano per molti genitori. Tuttavia, una recente ricerca ha svelato un aspetto preoccupante legato a questa pratica: il rilascio di microplastiche. Le microplastiche sono particelle minuscole, spesso invisibili all’occhio umano, che possono avere effetti nocivi sulla salute. Questo fenomeno sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza riguardo ai materiali utilizzati per la preparazione e il riscaldamento dei pasti dei bambini.

Non scaldare il biberon così! Miliardi di microplastiche ritrovato nel latte dei neonati: eppure lo fanno (quasi) tutti!

La ricerca, pubblicata su Environmental Science & Technology dall’Università del Nebraska, ha evidenziato che scaldare il biberon e contenitori per cibo per bambini nel microonde può generare miliardi di nano e microplastiche. Queste particelle, che in alcuni casi possono raggiungere cifre sorprendentemente elevate, vengono rilasciate nei cibi e nelle bevande, diventando una parte inevitabile dell’assunzione alimentare dei bambini.

La ricerca ha anche condotto test in vitro che hanno rivelato che queste microplastiche possono avere effetti dannosi sulle cellule renali. In particolare, hanno osservato che in soli due giorni, il 75% delle cellule renali in coltura è morto quando esposto a queste particelle. Questo tasso di mortalità è significativamente più alto rispetto agli studi precedenti condotti su alimenti solidi o soluzioni. Questi effetti tossici sembrano essere legati soprattutto alle nanoparticelle, che possono penetrare nelle cellule con una facilità mille volte superiore rispetto alle microparticelle.

L’allarme sulle microplastiche contenute nei contenitori e biberon per bambini, attenzione!

La scoperta solleva preoccupazioni legate all’uso di contenitori in plastica per il riscaldamento dei pasti dei bambini. La difficoltà principale sta nell’enorme diffusione di tali contenitori. Gli esperti suggeriscono la necessità di cercare nuovi polimeri che non rilascino micro o nanoparticelle, ma questo è un processo complesso e richiede tempo. Nel frattempo, fornire ai genitori informazioni dettagliate sulle etichette dei prodotti potrebbe essere un primo passo per aiutarli a prendere decisioni più informate.

Come sanno quanto zucchero o vitamine contiene un alimento, dovrebbero essere in grado di conoscere quanto la plastica che lo contiene tende a rilasciare micro o nanoparticelle. In attesa di poter scegliere plastica certificata “microplastic free” o “nanoplastic free,” la consapevolezza e l’attenzione sono fondamentali per la sicurezza alimentare dei bambini.

Fonte: Il Fatto Alimentare

 

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