È stato svolto un recente studio condotto dal Coordinamento No Inceneritore Fusina (*) in collaborazione con gli esperti scientifici di ISDE Italia (Medici per l’ambiente). Questo ha rivelato che le uova di gallina raccolte da diverse aree mostrano livelli preoccupanti di diossina e Pfas, superando da due a cinque volte i limiti di legge. Questa indagine è stata effettuata su quattro campioni di uova provenienti da pollai familiari, dove le galline sono cresciute all’aperto senza l’uso di sostanze chimiche nocive o antibiotici.
Uova piene di diossina e Pfas, non consumate queste tipologie: i risultati del test!
I campioni di uova provenienti da Villabona e dall’area agricola a sud di Malcontenta (comune di Mira) hanno mostrato livelli estremamente elevati di Pcdd/F e Pcb, superando notevolmente i limiti di legge. Consumare anche una sola di queste uova può far superare a un adulto la dose settimanale tollerabile (Dst). Per i bambini più piccoli la situazione è ancora più critica, con un superamento di 6-7 volte la Dst.
I campioni prelevati in centro a Marghera e a sud di Oriago, sebbene rientrino nei limiti del Regolamento europeo 2023/915, sono comunque superiori alle soglie precauzionali stabilite nella Raccomandazione europea 2013/711. In particolare, consumare due di queste uova potrebbe far superare la Dst nei bambini al di sotto dei dieci anni.
Presenza di Pfas e valori altissimi oltre i limiti di legge: attenzione!
Anche la presenza di Pfas è stata rilevata, seppur entro i limiti consentiti, con valori che rimangono comunque significativi. Questi risultati smentiscono le rassicurazioni sull’assenza di rischi legati a questi inquinanti nel territorio veneziano.
Il Coordinamento sottolinea come questa ricerca confermi la grave situazione ambientale della zona. In particolare con livelli record di inquinamento atmosferico, sostanze tossiche diffuse nell’aria, nelle acque e nel suolo, a causa di decenni di industrializzazione e urbanizzazione.
Nonostante i limiti di campioni utilizzati nello studio, il lavoro svolto contribuirà al progetto sui biomonitoraggi “One Healt Citizen Science”. Questo coinvolge la Regione Veneto, l’Istituto Superiore di Sanità, il Cnr e l’Università di Padova, allo scopo di monitorare in modo più ampio e approfondito la presenza di sostanze nocive nell’ambiente. La necessità di ulteriori ricerche e interventi per affrontare la questione dell’inquinamento e garantire la sicurezza alimentare della popolazione è evidente e urgente.
Uova, come scegliere quelle più sicure?
In considerazione di questi allarmanti risultati, è essenziale adottare misure precauzionali quando si selezionano le uova da consumare. Per garantire la sicurezza alimentare, si consiglia di preferire uova provenienti da fonti affidabili e certificate, che garantiscano pratiche di allevamento responsabili e controllate. È consigliabile scegliere uova provenienti da allevamenti biologici, dove le galline sono cresciute in ambienti controllati e senza l’uso di sostanze chimiche dannose.
Inoltre, prestare attenzione all’etichettatura e alle informazioni sul luogo di produzione può essere di grande aiuto. Optare per uova da fornitori locali e controllare le pratiche di produzione adottate può contribuire a ridurre il rischio di esposizione a sostanze nocive. Infine, consigliamo di consultare fonti affidabili e istituzioni sanitarie per ottenere informazioni aggiornate sulle pratiche di produzione sicure e sulle linee guida da seguire per garantire una scelta consapevole e salutare. Soltanto adottando precauzioni rigorose e facendo scelte informate possiamo tutelare la salute e il benessere della nostra comunità.
Fonte: Il Fatto alimentare