Olio extravergine di oliva miscelato con altri oli, non farti ingannare | Non mettere questi nel carrello della spesa!

Il panorama dei supermercati è sempre più pervaso da prodotti che, apparentemente, si presentano come autentici condimenti a base di olio extravergine di oliva, ma che in realtà celano un complesso miscuglio di oli vegetali.

Questa pratica, recentemente portata alla luce da Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano, ha sollevato non solo un dito accusatore ma una richiesta pressante di controlli più stringenti, trasparenza nelle etichette e normative più chiare. Il rischio di inganni nei confronti dei consumatori è reale, e Unaprol ha deciso di intervenire affinché ciò non accada.

Olio extravergine di oliva miscelato con altri oli, non farti ingannare | Non mettere questi nel carrello della spesa!

Queste bottiglie, apparentemente innocenti, celano una realtà sorprendente: non sono semplici oli extravergini, ma veri e propri “condimenti” che includono oli diversi e, in alcuni casi, addirittura aromi artificiali. La consapevolezza di questa pratica è emersa di recente con il sequestro di uno di questi prodotti, il cui etichettamento forniva informazioni discrasiate. Il prodotto in questione riportava i seguenti ingredienti in etichetta:

  • olio di semi di girasole
  • olio extravergine di oliva (15%)
  • olio di semi di mais
  • aroma alle erbe mediterranee (0,7%)
  • vitamina D (0,0005%)

Il fatto ha sollevato il problema dell’urgente necessità di affrontare la situazione per evitare ulteriori inganni ai consumatori. Unaprol ha inviato una lettera formale all’ICQRF (Ispettorato Centrale della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti) e alla Direzione Generale della Prevenzione e del Contrasto alle Frodi Alimentari del Masaf, esprimendo la necessità di intensificare i controlli su questa categoria di prodotti. David Granieri, Presidente di Unaprol, ha sottolineato l’importanza di informare i consumatori sulla vera qualità dell’olio extravergine d’oliva, evidenziando la richiesta di maggiore trasparenza sull’etichettatura di questi nuovi prodotti.

Il problema sottostante è che tali “condimenti” a basso costo, risultato di una miscelazione tra olio d’oliva e altri oli vegetali, sollevano preoccupazioni sulla trasparenza delle etichette e richiedono norme più chiare. Granieri ha messo in luce l’urgenza di indicare con precisione la percentuale di olio extravergine d’oliva nei prodotti, oltre a richiedere un’analisi più accurata della congruità rispetto a quanto dichiarato in etichetta.

Quali sono i rischi maggiori per la salute dei consumatori?

Il rischio maggiore è che questi condimenti, attrattivi per i consumatori grazie ai loro prezzi convenienti, possano risultare ingannevoli senza regolamentazioni adeguate. L’ICQRF ha suggerito di collocare i “condimenti” su scaffali separati dagli oli extravergini, ma Unaprol ritiene che ciò non sia sufficiente. Il Consorzio Olivicolo Italiano insiste sulla necessità di un intervento normativo per garantire trasparenza ed equità nella competizione di mercato.

L’olio extravergine d’oliva, a lungo oggetto di pratiche di sottocosto, ora rischia di essere ulteriormente compromesso dalla presenza di prodotti alternativi di minore qualità. I consumatori meno attenti potrebbero acquistarli erroneamente, credendo di portare in tavola un olio di oliva “normale“.

In un contesto già difficile per l’olio italiano, con dati di consumo pro capite in diminuzione, diventa urgente porre fine all’era dell’olio di qualità sottocosto e sensibilizzare sul valore di un olio extravergine d’oliva italiano di alta qualità. Solo così sarà possibile sostenere la filiera e preservare gli standard qualitativi italiani nel mondo. La scelta di un condimento al posto dell’olio extravergine d’oliva richiede una maggiore attenzione da parte dei consumatori, che devono essere informati e consapevoli delle pratiche di produzione e dell’importanza di fare una scelta consapevole per sostenere la qualità.

Fonte: Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano Facebook

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