Olio extravergine d’oliva, ben 11 su 20 marche non sono “extravergine”: la lista | Le porti sempre a tavola!

Il Salvagente ha condotto un nuovo test su 20 marche di olio extravergine d’oliva. Ben 11 degli oli analizzati, quindi più della metà erano solo “vergine” e non “extravergine” (come contrariamente dichiarato in etichetta).

L’olio extravergine d’oliva è uno dei prodotti d’eccellenza del nostro paese, ma purtroppo non tutto quello che troviamo sugli scaffali al supermercato è realmente così.

Infatti, la maggior parte degli oli analizzato è soltanto olio “vergine”, nonostante in etichetta sia presente la dicitura di “olio extravergine di oliva”. 

A causa di questa indagine e dei suoi risultati, Il Salvagente è stato addirittura segnalato all’Antritust per evitare l’uscita del suo nuovo test, ma fortunatamente è stata poi pubblicata. Ma prima di passare subito ai risultati del test e agli oli declassati, vediamo come sono state condotte le analisi sugli oli extravergini più noti e acquistati in Italia.

Olio extravergine d’oliva, più della metà non sono extravergini: il test de Il Salvagente!

Iniziamo con l’acquisto degli oli, che è stato fatto prendendo più bottiglie dello stesso lotto e con data di scadenza più lontana (ovvero sono stati presi i prodotti più freschi).

Per ciascun olio è stata analizzata:

  • Acidità: che deve avere un valore inferiore allo 0,8% per legge. Se l’olio ha un’acidità che va dallo 0,1% allo 0,3% è considerato di qualità eccellente.
  • Perossidi: che stanno ad indicare il livello di ossidazione dell’olio, o meglio del suo invecchiamento e la tendenza a irrancidire
  • Spettrofotometria Uv: che ci permette di conoscere lo stato di invecchiamento dell’olio
  • Polifenoli: sostanze antiossidanti benefiche contenuti nell’olio

In seguito è avvenuta la prova organolettica (panel test), obbligatoria per legge e che ci consente di classificare gli oli. Questa prova è stata commissionata alla struttura accreditata dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli di Roma.

Un vero olio extravergine, per essere considerato tale, deve essere esente da difetti organolettici.

Come ci tende a precisare il Salvagente:

Il panel test, in base al regolamento 2568/1991 e successive modificazioni (fino all’ultimo 2022/2104), è una prova per nulla soggettiva e tutti i difetti possibili (16) sono codificati nel Regolamento stesso che ne ha introdotto – più di 30 anni fa – l’obbligatorietà per attribuire la categoria merceologica agli oli di oliva.

Olio extravergine d’oliva, ben 11 su 20 marche non sono extravergine: la lista

Come abbiamo già detto in precedenza, più della metà dei campioni non erano “extravergini”, ma soltanto vergini. Per confermare i risultati ottenuti c’è stata un’altra prova condotta da un altro comitato di esperti dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli di Roma. Come precisa il Salvagente:

Pur non essendo obbligati, abbiamo deciso di sottoporre lo stesso lotto a una seconda prova: in 11 casi su 11 è stata confermata la presenza di difetti e quindi il declassamento del prodotto.

Tendiamo a precisare che il consumatore non rischia nulla per quanto riguarda la salute nel consumo di oli vergini. Però c’è il problema etico ed economico, ovvero il consumatore pensa di acquistare un olio extravergine di qualità (e anche ad un buon prezzo) quando in realtà si tratta di un olio vergine e quindi di qualità minore.

Questo test conferma ancora una volta i risultati degli anni passati, cioè che:

in media in un caso su due chi si rivolge a uno scaffale dei supermercati rischia di acquistare quello che non voleva. Pagandolo però un 20-30% di più.

Gli oli “bocciati” dal test

Sui 20 oli analizzati da Il Salvagente (tutte miscele comunitarie, soltanto un caso si trattava di una miscela di oli Ue e non Ue) ben 11 marche (7 private label  e 4 di marca) erano in realtà oli vergine.

Ecco le marche risultate “vergini”:

  • CARREFOUR EXTRA CUCINA DELICATA
  • COOP CLASSICO
  • PIETRO CORICELLI QUALITÀ TRACCIATA
  • BERTOLLI GENTILE
  • CIRIO CUCINA DELICATA
  • CONAD CLASSICO
  • DANTE TERRE ANTICHE
  • ESSELUNGA CLASSICO
  • PRIMADONNA LIDL
  • FRANTOIO LA ROCCA DELICATO EUROSPIN
  • FRA’ ULIVO MD

Se volete invece conoscere gli oli valutati positivamente del test, potete far riferimento al numero in uscita del mese di maggio del Salvagente.

La replica delle aziende

Le aziende, dopo essere state avvisate prima dell’uscita dei risultati del test, hanno replicato. Il Salvagente, scrive:

Si difendono sostenendo che il lotto risultava extravergine una volta imbottigliato, anche dal punto di vista organolettico, declinando ogni responsabilità su come è stato poi conservato ed esposto sugli scaffali. Non mancano marchi che mettono in dubbio il modo in cui il Salvagente ha condotto il campionamento e il condizionamento dei campioni, procedimento quest’ultimo testimoniato da un’azienda esterna che ha certificato l’anonimizzazione delle bottiglie come richiesto dal laboratorio. Puntuali sono arrivate anche le diffide legali come anche le richieste – declinate – di escludere singoli marchi dal test.

Fonte: Il Salvagente

Dottoressa in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione

Autrice e fondatrice di LaTuaDietaPersonalizzata.it. Laureata con lode in Scienze degli alimenti e della nutrizione umana presso la Seconda Università di Napoli ed esperta di salute, alimentazione e benessere.

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