Oggigiorno è difficile scegliere, quando si fa la spesa al supermercato, prodotti sicuri da portare sulle nostre tavole. Tra gli alimenti più consumati da noi italiani, non può mancare la pasta. In commercio è possibile scegliere tra svariate marche e formati. Ma tutti i tipi di pasta sono uguali? Il Salvagente quest’anno ha pubblicato i risultati di un test condotto dalla rivista svizzera K-tipp che ha analizzato 18 marchi di pasta per ricercare la presenza di pesticidi e micotossine.
Vediamo quali marchi di pasta escono con una valutazione positiva da questo test e cosa hanno risposto invece le aziende che ne sono uscite male.
Pasta, la migliore senza pesticidi e glifosato costa 72 centesimi: la trovate in questo noto supermercato
Il glifosato purtroppo è ancora oggi l’erbicida più utilizzato al mondo e il RoundUp (della Bayer–Monsanto) è il formulato più venduto. Il glifosato è stato classificato dalla Iarc dell’Oms nel gruppo 2A, tra i probabili cancerogeni. Alcuni studi condotti dall’Istituto Ramazzini di Bologna hanno evidenziato la pericolosità del glifosato anche a basse concentrazioni considerate “sicure” e sembri essere un interferente endocrino, soprattutto per le donne in gravidanza.
Le analisi sulla pasta condotte dalla rivista Ktipp, come specifica Il Salvagente, si sono concentrate sulla ricerca dei pesticidi. Dai risultati si è osservato che oltre al glifosato, in alcune referenze è stato trovato anche il pirimifos-metil e la micotossina Denossivalenolo, nota anche come “vomitossina”, pericolosa soprattutto per i più piccoli. C’è da precisare che comunque le concentrazioni rilevate sono sempre al di sotto dei limiti di legge.
Ma veniamo ai risultati… Le marche migliori e peggiore del test!
Tracce di glifosato sono state trovate nelle referenze di pasta Lidl, Divella, Agnesi e Garofalo da un test condotto in Svizzera dal mensile KTipp-Saldo. Teniamo a ribadire che le concentrazioni sono molto al di sotto del limite di legge considerato dall’Iarc-Oms “come probabile cancerogeno”. C’è da ricordare che la licenza d’uso in Europa scade a dicembre 2022.
Escono a pieni voti e con una valutazione “molto buona“:
- spaghetti Lidl Combino Bio
- spaghetti Barilla
- penne integrali Barilla
La vincitrice assoluta di questo test è sicuramente la Barilla che ne esce con un buon punteggio su ben 2 prodotti. Quando è in offerta, la potete trovare addirittura al prezzo di 72 centesimi.
Mentre per la pasta Combino Lidl, potete trovarla in offerta anche al prezzo di 0,69 centesimi.
Le aziende replicano così ai risultati del test
In un precedente test pubblicato dalla rivista il Salvagente nel 2020 (per vedere i risultati, clicca qui) si era già osservato la presenza di tracce di glifosato nelle marche di pasta Divella, Lidl e Garofalo.
Il Salvagente, dopo i risultati pubblicati dal test svizzero, ha contattato le aziende (Divella, Lidl, Garofalo, Agnesi) per avere una spiegazione in merito. Il dubbio era quello di capire se il grano usato nella pasta venduta in Svizzera sia lo stesso utilizzato per la pasta che ritroviamo sui nostri scaffali anche in Italia.
Divella
L’azienda risponde che “grazie al sistema di qualità integrato in essere, produce e distribuisce un’unica qualità di pasta di semola di grano duro in più di 130 paesi in tutto il mondo, garantendo un elevato standard di sicurezza alimentare e di prodotto, partendo dal chicco di grano fino al punto di consegna. Entrando nel merito dei risultati, da un controllo dei rapporti di analisi su pasta o semola effettuati negli ultimi 18 mesi, questi hanno rilevato valori di glifosate al di sotto del limite di rilevabilità. Dopotutto, anche il risultato del test da voi segnalato riporta, tra i risultati, valori infinitesimali rispetto ai limiti di legge, dove il glifosato risulta pari a 0,023 mg/kg contro un limite di legge pari a 10 mg/kg = 435 volte inferiore ai limiti fissati dalla legge comunitaria in vigore, rispetto anche al possibile valore dell’incertezza di misura che viene calcolato applicando un valore di default pari al 50% (fattore di copertura 2 corrispondente ad un livello di confidenza pari al 95%), così come previsto al punto E10 del documento Sante 11945/2015 per il quale valore di incertezza il risultato del test sarebbe al di sotto del limite di quantificazione (Loq)”.
Garofalo
L’azienda risponde che “per quanto riguarda il grano conferma che si tratta della stessa miscela dei prodotti distribuiti in Italia”. Sulle risultanze del test svizzero aggiunge: “L’azienda Pastifico Garofalo sottolinea un attento e scrupoloso controllo su tutte le materie prime. In particolare, in merito alla tabella di test pubblicata dal mensile svizzero tedesco Ktipp precisa che il valore di 0,019 attribuito al prodotto spaghetti Garofalo è mille volte inferiore al limite di legge. Come indicato nella tabella il limite di rilevabilità è di 0,010 quindi si tratta di un numero ai limiti della rilevabilità. Inoltre l’azienda controlla tutte le materie prime in entrata affinché non contengano glifosato”.
Lidl
L’azienda: “Per la referenza “Combino Bio Organic Spaghetti” il prodotto testato corrisponde a quello venduto nelle filiali Lidl in Italia. Per quanto riguarda, invece, il prodotto “Combino Tagliatelle”, trattasi di prodotti differenti in quanto il fornitore è differente da quello che produce la pasta venduta in Svizzera”.
Agnesi
Agnesi ha risposto che il grano utilizzato in Italia è diverso da quello usato nella pasta venduta in Svizzera, visto che da noi è venduta pasta solo con grano italiano al 100%. Inoltre l’azienda riferisce: “In merito alla gestione dei contaminanti provenienti dalle coltivazioni agricole, Agnesi ha avviato un programma di gestione di filiere agricole integrate, al fine di poter ridurre l’uso di alcuni prodotti in agricoltura, portandone i residui ben al di sotto degli attuali limiti di legge. Tale attività risulta essere molto impegnativa e richiede tempi medio/lunghi per la sua piena realizzazione. Si tratta infatti di intervenire, oltre che sulle pratiche agricole, anche su tutto il sistema di trasporto, molitura e stoccaggio che interessa la filiera del frumento duro, da cui ottenere la semola per le produzioni di pasta. Ci preme segnalare che, anche le semole non ancora provenienti da tali filiere selezionate, hanno parametri di gran lunga inferiori ai cogenti limiti di legge. Nel caso di specie, il valore del glifosato trovato è pari a 0.039 ppm oltre 250 volte inferiore al limite di legge pari a 10 ppm. Il nostro impegno, anche in considerazione dei fatti internazionali ai quali il mondo delle produzioni agro-alimentari è sottoposto in questi ultimi mesi, è tale da perseguire come scopo primario il processo di miglioramento continuo delle caratteristiche nutrizionali e di sicurezza dei prodotti alimentari offerti ai consumatori”.
Fonte: Il Salvagente