Il pesce è un alimento che non può mancare sulle nostre tavole. I nutrizionisti poi ne raccomandano un’assunzione di 2-3 volte a settimana in modo da integrare nella nostra alimentazione i grassi “buoni” omega-3 benefici per la nostra salute (oltre che di molti minerali importanti, come il potassio). La domanda però sorge spontanea: “quanto è sicuro il pesce che consumiamo?”.
Mercurio nel pesce: attenzione ai prodotti che mettiamo sulle nostre tavole!
Negli ultimi anni la contaminazione da mercurio nel pesce è diventata un problema sempre più preoccupante, che comporta una serie di rischi per la salute umana. Il mercurio è naturalmente presente nell’ambiente e può accumularsi nel pesce nel corso del tempo a causa della reazione batterica con alcuni elementi, portando a concentrazioni di mercurio oltre i livelli di sicurezza quando viene consumato dagli adulti, ma soprattutto dai bambini.
Come se ciò non bastasse i pesci sono esposti continuamente all’inquinamento marino e finiscono con l’assorbire dal loro ambiente anche pericolosi PFAS e microplastiche che portiamo poi noi consumatori in tavola.
Mangiare pesce contaminato può causare una serie di effetti negativi, tra cui danni ai nervi e al sistema nervoso, infertilità e, in casi estremi, anche la morte. È importante che i consumatori siano consapevoli della provenienza dei loro prodotti ittici e che controllino le etichette per verificare la presenza di potenziali rischi.
Fortunatamente, trattamenti come il congelamento, la cottura e la salatura possono ridurre in modo significativo le concentrazioni medie di mercurio se attuati correttamente. Per evitare un’ulteriore diffusione di questo problema, è essenziale che i pescatori pratichino una buona lavorazione quando manipolano i loro prodotti e diano priorità alla sicurezza alimentare per il consumo pubblico.
Un’alta percentuale di prodotti ittici che mettiamo sulle nostre tavole è contaminata da mercurio, un metallo pesante assai tossico e pericoloso. A tal proposito la rivista americana “Consumer Reports” ha stilato una classifica dei pesci più contaminati da questo metallo pesante. Scopriamola insieme!
Mercurio nel pesce: questi sono quelli che ne contengono di più. La classifica!
La rivista americana Consumer Reports ha condotto un nuovo test per conoscere la quantità di mercurio presente in ciascuna tipologia di pesce destinata all’alimentazione umana. I risultati non sono per niente rassicuranti!
Il primo risultato che viene fuori da questo studio è il fatto che i pesci di taglia più grande (tonno, pesce spada, sgombro) hanno una più alta quantità di mercurio rispetto ai pesci di taglia più piccola. Il motivo è semplicissimo da come si può leggere anche dal report:
Una regola empirica è che i pesci più grandi tendono ad avere livelli di mercurio più alti rispetto a quelli più piccoli, perché sono più in alto nella catena alimentare. Più pesci piccoli mangiano i pesci grandi, più mercurio si accumula nei loro corpi.
Ma veniamo ora alla classifica stilata dalla rivista americana, che raggruppa in base alla percentuale di mercurio, i pesci più contaminati e quelli più sicuri al consumo.
Pesci con livelli bassi di mercurio
- acciuga
- aragosta
- aringa
- calamaro
- capasanta
- gambero d’acqua dolce
- granchio
- luccio
- merluzzo nero
- nasello
- ostrica
- pesce gatto
- pesce persico
- platessa
- razza
- salmone
- sardina
- sgombro dell’Atlantico
- sogliola
- spigola del Mar Nero
- trota
- tonno pescato a canna
- vongola
Pesci con livelli medi di mercurio
- carpa
- cernia
- rana pescatrice
- scorfano
- sgombro spagnolo
- tonno a pinna gialla
- trota di mare
Pesci con livelli alti di mercurio
- marlin
- pesce specchio atlantico
- pesce spada
- sgombro re
- squalo
- tonno
Fonte: Consumer Reports