Farine italiane più contaminate dai pesticidi. Le marche peggiori che ne contengono di più, secondo questo studio!

Tutti in cucina utilizziamo la farina per fare il pane, torte, biscotti, la pasta. Ma spesso questo alimento contiene pesticidi, pericolosi per la salute. Per valutare i prodotti i laboratori della rivista Il Salvagente hanno effettuato un nuovo test per analizzare diversi campioni. Dai risultati si evince che rispetto a qualche anno fa, dei miglioramenti ci sono stati. La maggior parte delle marche di farina analizzate, però, presentano ancora piccole tracce di pesticidi (però sempre entro i limiti di legge).

Farine italiane contaminate dai pesticidi, secondo Il Salvagente

Il test in questione ha analizzato e confrontato 14 campioni di farina di grano tenero, manitoba e tipo 00, per valutare la presenza di pesticidi, ma anche la percentuale di proteine.

Le marche di farina analizzate sono:

  • BARILLA FARINA TIPO 00
  • CARREFOUR MANITOBA
  • CASILLO MANITOBA COOP FARINA MANITOBA
  • CONAD FARINA TIPO 00
  • CONTE LE FARINE MAGICHE 100% MANITOBA
  • COOP FARINA MANITOBA
  • ESSELUNGA FARINA TIPO 00
  • EUROSPIN TRE MULINI FARINA 0
  • GAROFALO FARINA W260
  • LIDL BELBAKE FARINA DI GRANO TENERO
  • MD CA’ BIANCA FARINA
  • MOLINO SPADONI FARINA D’AMERICA MANITOBA
  • MOLINO ROSSETTO CUORE DI MANITOBA
  • SELEX FARINA MANITOBA

Le marche di farina peggiori del test che contengono pesticidi

Rispetto al test del 2019 condotto sempre dalla stessa rivista, i risultati di oggi sembrano decisamente migliori.

Infatti, qualche anno fa erano solo due i prodotti che non contenevano tracce di pesticidi, oggi dal nuovo test sono diventati 3. Inoltre, nel precedente test erano 4 le marche di farina contenenti glifosato, oggi invece la presenza di questo erbicida è presente solo in un prodotto, ovvero nella farina di manitoba Carrefour ma, Il Salvagente, tiene a specificare che le tracce di glifosato restano ben al di sotto dei limiti di legge.

Oltre al glifosato, alcuni marche di farina  analizzate presentavano al loro interno altri pesticidi, sempre entro i limiti di legge:

  • Cipermetrina, insetticida considerato possibile cancerogeno dall’Epa
  • Piperonil butoxide, un sinergizzante che aumenta l’efficacia dei piretroidi
  • Deltametrina, piretroide che può causare una “lieve attività estrogenica nei mammiferi”
  • Pirimifos metile, un insetticida che può interferire a livello endocrino

Di solito il grano tenero è quello meno trattato. Giovanni Dinelli, docente di Agronomia generale  dell’Università di Bologna, ha spiegato alla rivista Il Salvagente:

Questo tipo di frumento non richiede un ricorso massiccio ad erbicidi e insetticidi perché in Canada e negli Stati Uniti è una coltivazione autunno-vernina, ovvero il tenero viene seminato a ottobre e raccolto a giugno. Discorso diverso per il duro che nel Nord America ha prevalentemente un ciclo di coltivazione estivo: viene seminato ad aprile e, a ridosso della raccolta, in settembre, per evitare le piogge, la maturazione viene “accelerata” con il glifosato, usato con funzione essiccante. Se poi vogliamo essere sicuri di non avere residui, la scelta migliore è il frumento tenero biologico.

Per quanto riguarda invece il contenuto di proteine, il test ha evidenziato delle discrepanze in certi casi anche se però del tutto legali. “I produttori hanno un margine di errore generoso” scrive la rivista, l’Ue infatti consente un margine di errore fino al 20% rispetto a quello riportato nella tabella nutrizionale del prodotto.

L’origine del grano non è sempre indicato in etichetta

Il test ha evidenziato anche un problema legato all’origine del grano che non viene sempre indicato in etichetta. Anche questo è legale in quanto, a differenza dell’obbligo di riportare le origini delle materie prime sulle confezioni di pasta, questo non è previsto per le farine e dunque la scelta è del produttore specificare l’origine del grano, un dato di estrema importanza per il consumatore.

La rivista inoltre ci tiene a specificare che la coltivazione italiana del grano tenero garantisce solo un 35-40% di farina consumata in Italia, ma la restante percentuale che si aggira intorno al 60-65% arriva dall’estero. Ma da dove? Questo non sempre è possibile saperlo, proprio perché non vi è l’obbligo di riportarlo in etichetta. Ma resta una scelta del produttore specificarne l’origine. Tra quelli del test la scelta di indicare questa informazione in etichetta vi sono Barilla, Coop, Conte, Molino Spadoni e Casillo.

Le marche di farine peggiori contenenti tracce di pesticidi, secondo Il Salvagente

Le 3 farine peggiori del test sono risultate essere:

  1. CARREFOUR MANITOBA – Punteggio peggiore. Pesticidi rilevati: Cipermetrina 0,159, Piperonil butoxide 0,233,  Pirimifos-metil 0,016, Glifosato (mg/kg) 0,036. Inoltre, senza indicazione dell’origine del grano in etichetta.
  2. CASILLO MANITOBA – Punteggio 5.9, quasi sufficiente. Pesticidi rilevati (mg/kg): Cipermetrina 0,137, Deltametrina 0,035, Piperonil butoxide 0,194, Pirimifos-metil 0,108 (100% grano italiano).
  3. LIDL BELBAKE FARINA DI GRANO TENERO – Punteggio 6.9, raggiunge la sufficienza. Pesticidi (mg/kg): Cipermetrina 0,012, Piperonil butoxide 0,036 Pirimifos-metil 0,359. Origine del grano non disponibile.

Il Salvagente ricorda che i limiti di legge sono dei pesticidi sono i seguenti e nessuna farina fortunatamente supera i valori.

  • Cipermetrina: 2 mg/kg
  • Deltametrina: 1 mg/kg
  • Piperonil butoxide: nessun limite
  • Pirimifos metile: 5 mg/kg
  • Glifosato: 10 mg/kg

Per conoscere tutti i risultati del test de Il Salvagente, basta cliccare qui.

Dottoressa in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione

Autrice e fondatrice di LaTuaDietaPersonalizzata.it. Laureata con lode in Scienze degli alimenti e della nutrizione umana presso la Seconda Università di Napoli ed esperta di salute, alimentazione e benessere.

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