Scatta un nuovo allarme in Italia su un alimento molto consumato e amato che usiamo in cucina: si tratta del pomodoro. Ma vediamo cosa sta succedendo!
L’Italia è uno dei più importanti produttori al mondo di pomodoro, il secondo dopo la California. I nostri pomodori sono esportati in tutto il mondo con un fatturato di quasi 4 miliardi di euro all’anno. Anche questo settore purtroppo, l’eccellenza del Made in Italy, sta attraversando un periodo difficile dovuto alla grave crisi idrica e siccità che ha colpito l’Italia negli ultimi mesi, ora si aggiunge anche il possibile rincaro dei prezzi di produzione. L’intero comparto rischia davvero tanto.
Pomodoro: “scatta l’allarme” in Italia, tutta la produzione a rischio
Il pomodoro made in Italy è in crisi. Infatti, secondo gli ultimi dati di Coldiretti, a causa delle alte temperature registrate in quest’estate si avrà una riduzione dell’11% del raccolto di pomodoro. Amitom invece, l’associazione che riunisce le organizzazioni professionali dei trasformatori nell’area mediterranea, prevedono un calo di più di un milione di tonnellate.
Secondo i dati ufficiali, nel 2021 sono stati raccolti 6 milioni di tonnellate di pomodoro nel nostro paese, rendendo l’Italia il secondo produttore al mondo, quest’anno invece il rischio è quello di non superare i 5,4 milioni di tonnellate. Inoltre, Confagricoltura e CIA – Confederazione Italiana Agricoltori sono preoccupati per l’abbondono di questa coltivazione: la coltivazione del pomodoro potrebbe dimezzarsi dal 15 al 30%.
Anche la crisi del pomodoro è dovuta al cambiamento climatico: temperature ai massimi storici, mancanza di piogge e di acqua hanno fatto il resto. Coldiretti in occasione dell’inizio della raccolta del pomodoro (fine di luglio e metà di settembre) ha dichiarato – “il clima ha decimato il raccolto del prodotto simbolo della dieta mediterranea. A livello nazionale il pomodoro per la salsa Made in Italy, per passate, pelati e concentrati è coltivato su circa 70’000 ettari da nord a sud del paese con Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Puglia che sono i principali produttori coinvolgendo una filiera dove operano 6500 imprese agricole, circa 90 imprese di trasformazione e impiega 10’000 addetti, per un fatturato di 3,7 miliardi di euro di cui più della metà realizzato grazie alle esportazioni all’estero in crescita del 5% nei primi quattro mesi del 2022”.
La crisi idrica e le alte temperature registrate quest’anno “hanno accelerato i processi di maturazione e messo a rischio le produzioni in campo”, riducendo dell’11% il raccolto di pomodoro da salsa, quello destinato alla produzione di polpe, passate, sughi e concentrato.
Pomodoro, anche quest’ alimento rischia un aumento vertiginoso del prezzo
A questa crisi ora si aggiunge anche l’aumento dei costi di produzione, che colpisce gravemente anche il settore agricolo per tutta la filiera, partendo dalla coltivazione fino alla trasformazione del prodotto. I concimi sono aumentati del +170% dei concimi, il gasolio al +129%, il vetro costa il 30% in più, il cartone il 45% in più, e i barattoli di latta (che sono quasi introvabili) costano il 60% in più, mentre la plastica spesso sfiora il +70%. Non solo i materiali ma anche gli aumenti per il trasporto, per i container e noli marittimi. Tutto questo, secondo Coldiretti ha fatto registrare un aumento che va dal 400% al 1000%.
Continua Coldiretti: “Uno scenario definito “drammatico” in cui si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. In una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà (53%) è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità”.
Mutti lancia l’allarme: “serve un intervento d’urgenza adesso”
Francesco Mutti, l’amministratore delegato dell’azienda di famiglia, una delle eccellenze del pomodoro italiano, dichiara: “Nell’industria della trasformazione del pomodoro questo è un momento delicatissimo. Tutta la raccolta si gioca tra il 20 luglio e il 20 settembre. Le aziende come la nostra stanno ricevendo in pieno petto la curva più ripida dei rialzi del gas”.
Mutti a gran voce spiega che è ora che c’è bisogno di un intervento d’emergenza: “un ristoro per le aziende, soprattutto quelle legate alla trasformazione del pomodoro che hanno solo due mesi per raccoglierlo e trasformarlo e ora rischiano di essere spazzate via dai rincari”.
Se gli italiani nell’ultimo periodo si sono lamentati dei rincari nel carrello della spesa, capire invece gli aumenti per tutta la filiera e quella del gas per le industrie può essere più difficile. Mutti ci ha spiegato che i costi del gas “incidevano appena sotto il 2% di quelli totali, nel 2021 sono saliti al 5%, ora sono attorno al 20%”. Quindi, possiamo solo immaginare come tutto questo pesi molto anche sulle grandi aziende.