Alcuni scaffali dei supermercati sono vuoti. Persistono problemi di inflazione e di filiera, rendendo alcuni prodotti nel Paese più costosi e difficili da reperire. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati, alcuni hanno raggiunto anche il 50% in più rispetto all’anno precedente.
Supermercato, è allerta: presto questi 4 alimenti li pagherai il doppio!
Nei supermercati è scattata l’allerta: sarà sempre più difficile trovare alcuni alimenti che consumiamo anche tutti i giorni. Ci sono alimenti che troveremo anche se in minor quantità e altri che non spariranno dagli scaffali, ma il prezzo di questi prodotti subirà un netto rincaro.
Olio di semi di girasole
Il settore che ha visto un forte rincaro negli ultimi mesi è quello dell’agroalimentare. Una delle materie prime più difficili da reperire e maggiormente colpita è l’olio di semi di girasole. Le aziende alimentari che fino a poco tempo fa usavano l’olio di girasole stanno cercando di fare a meno sostituendolo con altri tipi di oli vegetali, cambiando le ricette e anche l’etichettatura dei prodotti.
Cereali
Un altro prodotto a rischio fino alla fine del 2022 sono i cereali soprattutto il mais, ma anche segale, miglio, sale, zucchero e carne, secondo Reuters. Per questi ultimi alimenti ci sarà prima dell’esaurimento, l’aumento dei prezzi delle scorte disponibili. Questo avverrà soprattutto se non si riuscirà a trovare altri paesi per l’esportazione.
Alleanza Coop avverte che i rischi sono notevoli e questo si potrebbe ripercuotere su altri prodotti alimentari. «Siamo nelle settimane cruciali per la programmazione della coltura del pomodoro da industria e il rischio è che molti produttori possano scegliere di puntare su altri prodotti come mais, sorgo, girasole e soia, che andranno seminati a breve e che erano, fino a oggi, oggetto di importanti flussi in ingresso da Russia, Ucraina e Ungheria. Tali coltivazioni potranno da ora in poi risultare particolarmente interessanti per gli alti prezzi raggiunti. Il rischio di un radicale cambiamento nelle scelte produttive è reale».
Acqua frizzante
Un altro prodotto sempre più a rischio è l’acqua frizzante per la mancanza di CO2. Sono già molte le aziende che hanno fermato la produzione di acqua frizzante come la Sant’Anna, la Lauretana e la S.Pellegrino. Ma il problema riguarda tutte le aziende che producono acqua frizzante e bevande gassate. Se la mancanza di CO2 persiste, è facile che le scorte disponibili dalle aziende si esauriscono nel giro di poco tempo.
Pesce italiano
Per quanto riguarda il settore ittico, sono ormai settimane che i pescherecci italiani sono fermi. Anche questo settore è in grande difficoltà per l’aumento dei prezzi dei carburanti, ma anche per la crisi idrica e siccità. Nell’ultimo periodo infatti si è registrato un aumento dei prezzi di vongole e cozze e al contempo una riduzione della loro produzione. Il cambiamento climatico e le alte temperature anche dell’acqua non hanno un permesso un buon ricambio idrico causando una moria di questi molluschi.
Il pesce italiano oltre ai forti rincari potrebbe addirittura diminuire nelle pescherie e nei supermercati, anche quello refrigerato. Gli esperti stimano che questo blocco delle attività di flotta possa perdurare fino a metà settembre.
Coldiretti lancia l’allarme
A lanciare l’allarme è anche Coldiretti per quanto riguarda le forniture di mangimi per la nutrizione degli animali: «L’esplosione dei costi e la crisi delle forniture di mangimi dall’estero sta costringendo gli allevatori toscani ad iniziare a razionare l’alimentazione. Negli allevamenti bovini, per esempio, si sostituirà la farina con il fieno perché il mais inizia a scarseggiare e ha toccato prezzi folli. Siamo di fronte al rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame».
La corsa nei supermercati per fare scorte: gli italiani sempre più preoccupati!
In quest’ultimo periodo, molti italiani hanno cominciato a fare scorte nei supermercati. Alcuni supermercati sono stati costretti a razionare l’acquisto degli alimenti per famiglia. Infatti, la Coop di Firenze ha dichiarato che ci sono stati «diversi episodi di accaparramento, tanto che siamo stati costretti ad imporre un limite all’acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero, prodotti di largo consumo quotidiano, pur sottolineando che al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza di prodotti nei suoi supermercati». Ma la corsa ai supermercati per fare scorte si è verificato in tutta Italia.
Un altro problema serio è quello dell’energia. Il settore alimentare, spiega Coldiretti, necessita di «ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro». Anche l’energia elettrica ormai ha registrato i massimi storici.