Supermercato: “fai la scorta”, presto lo pagherai il doppio | Lo compriamo tutti i giorni!

Scatta l’allarme di un altro alimento che gli italiani consumano ogni giorno: il prezzo sale sempre più e mette in pericolo tutto il comparto a livello nazionale. Ma vediamo di quale prodotto si tratta!

A lanciare l’allarme è Assolatte, l’Associazione italiana costituita da circa 250 aziende che si occupano della produzione di latte nel nostro Paese. I costi di produzione del latte sempre più in aumento stanno mettendo in pericolo l’intero comparto.

Latte, prezzi sempre più in aumento: scatta l’allarme in tutta Italia!

A parlare è Paolo Zanetti, presidente di Assolatte che ha riferito: “Il latte alla stalla ha raggiunto valori che fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe immaginato. Lo scorso anno, in queste settimane, la fornitura occasionale toccava a malapena i 39 centesimi e il latte alla stalla ne costava 38”.

In un solo anno la situazione si è aggravata: “Adesso la fornitura occasionale viaggia su valori superiori ai 65 centesimi e il latte alla stalla è arrivato a 55 centesimi. Il latte a fornitura occasionale continua nella sua corsa e i contratti per l’autunno che porteranno il prezzo del latte alla stalla fino a 60 centesimi. E parliamo dei valori lombardi. In molte regioni del Sud il latte è molto più costoso”.

Un altro prodotto quindi che si aggiunge al caro prezzi nel settore alimentare dell’ultimo periodo. Tutto questo a causa dell’aumento che si è registrato nell’ultimo anno del gas +653%, dell’energia +236% e degli imballaggi, con la plastica che costa il 26% in più.

Paolo Zanetti di Assolatte ha precisato che una famiglia di tre persone, adesso spende 1.80 euro, ovvero 60 centesimi ciascuno per acquistare latte, burro, formaggi e yogurt, ma ci saranno ben presto ulteriori rincari anche in questo comparto alimentare. Quindi questo problema non riguarda solo il latte, ma comprende anche tutti i prodotti lattiero-caseari.

Le imprese chiedono un aumento di 60-80 centesimi per consumo

Il Presidente di Assolatte ha continuato: Le imprese chiederebbero un aumento da 60 a 80 centesimi di costo per consumo medio. Gli aumenti che sono stati chiesti dalle aziende incideranno quindi molto poco sulla spesa globale e che permetterebbero di continuare a garantirsi prodotti fondamentali per la nostra salute, prodotti buonissimi e invidiati nel mondo. Inoltre consentirebbero di garantire che nessuno, spinto dalle necessità, abbassi la guardia su sicurezza e qualità dei prodotti. Infine, eviterebbero la chiusura di centinaia di piccole e medie imprese, cuore pulsante del nostro Paese”.

“I prezzi dei prodotti finiti sono cresciuti molto meno dei costi di produzione. I dati più recenti sul carrello della spesa parlano di un aumento del +8,2 su base annua. Il punto è che la filiera lattiero casearia non ha molta marginalità, ovvero non c’è una grande differenza tra il prezzo di vendita del prodotto (il ricavo) e i costi sostenuti per produrlo (costi). Se il costo della materia prima aumenta siamo al rischio collasso per moltissime aziende del settore. È sicuramente giunto il momento di rivedere il paniere della spesa, dando più importanza ai fondamentali, ai prodotti alimentari che incidono davvero poco sulla spesa quotidiana delle famiglie italiane”.

L’azzeramento dell’Iva può essere una soluzione per evitare l’aumento del latte

Assolatte da tempo ha richiesto l’azzeramento dell’Iva, in modo da ridurre quanto più possibile l’aumento dei prezzi del latte a livello nazionale. In questo momento, il regime d’Iva del latte e di altri alimenti che sono in grave crisi come semi di girasole, pasta, legumi e succhi di frutta e molti altri, è del 4%.

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