Riso: se cotto così abbassa la glicemia e ha il 50% delle calorie in meno! Lo dice questo studio

Quando si cucinano gli alimenti, è essenziale tenere conto del metodo utilizzato perla cottura. Anche questo è un punto fondamentale per mangiare sano. Ad esempio, nel caso del riso, c’è un trucco per cuocerlo che ti farà dimezzare le calorie del piatto.

Il riso se cotto così ha il 50% delle calorie in meno

Il riso è uno degli ingredienti più consumati al mondo, fondamentale in Asia e in gran parte dell’America Latina. È un alimento essenziale che offre molti vantaggi: è economico, facile da preparare e con esso si possono realizzare un’ampia varietà di piatti.

Sebbene contribuisca ad un buon apporto calorico nella dieta, un consumo elevato di riso può causare problemi nelle persone che svolgono uno stile di vita sedentario, in particolare un aumento del rischio di diabete. Una tazza di riso cotto fornisce 240 calorie. La maggior parte delle calorie proviene dall’amido, che si trasforma in zucchero e si accumula nel corpo sotto forma di grasso.

Come per tutti gli alimenti, il modo in cui un alimento viene cucinato può modificarne le proprietà nutritive. Gli scienziati dello Sri Lanka hanno scoperto un modo nuovo e semplice per cucinare il riso che dimezza più della metà il numero di calorie che il corpo assorbe.

Come cuocere il riso in modo che abbia la metà delle calorie, ecco lo studio

La chiave sta nel tipo di amido che viene consumato. Esistono due classi principali di amido:

  • digeribile: è elaborato nello stomaco e convertito rapidamente in glucosio
  • resistente: non viene scomposto nell’intestino tenue, quindi non viene convertito in glucosio e fornisce meno calorie. Passa invece all’intestino crasso, dove agisce più come una fibra alimentare, fornendo tanti benefici.

Con questo in mente, i ricercatori hanno pensato di trasformare l’amido digeribile in amido resistente per ridurre il numero di calorie utilizzabili.

Il metodo consiste nell’aggiungere un lipide all’acqua bollente prima di aggiungere il riso per la cottura, come spiega Sudhair James, uno studente di chimica del College of Chemical Sciences in Sri Lanka, che ha condotto la ricerca. Il grasso può essere olio di cocco, olio extravergine o qualsiasi altro tipo di olio. Quanto olio aggiungere? Circa il 3% del peso del riso che stai per preparare. Quindi più o meno un cucchiaino per mezza tazza di riso. Questo studio è stato presentato al National Meeting and Exposition dell’American Chemical Society nel marzo 2015.

Il riso viene cotto a fuoco lento per 40 minuti. Successivamente viene fatto raffreddare in frigorifero per 12 ore prima di essere riscaldato per essere consumato. A quanto pare, secondo questi esperti, l’olio interagisce con l’amido del riso alterandone la struttura. Mentre il processo di raffreddamento per 12 ore porterà alla formazione di legami idrogeno tra le molecole di amilosio all’esterno dei chicchi di riso che lo trasformano in un amido resistente”, ha spiegato James in un comunicato stampa. Inoltre, riscaldare il riso in seguito non cambia i livelli di amido resistente.

I risultati indicano una riduzione sino al 50% delle calorie del riso

Finora gli scienziati hanno misurato solo i risultati chimici specifici nella varietà di riso che inizialmente aveva il peggior contenuto di amido, ma hanno scoperto di essere in grado di ridurre di 15 volte la quantità di amido digeribile con questo metodo. Questo è stato associato ad una riduzione del 10-15% del contenuto calorico del riso.

James e Thavarajah inizieranno ora a testare il processo sul ceppo di riso migliore, il Suduru Samba, che ritengono apporterà un calo delle calorie dal 50 al 60%. Quindi ora sai, se vuoi mangiare un riso che riduca la glicemia e apporti  meno calorie, non devi fare altro che cuocerlo in acqua aggiungendo un filo d’olio e poi raffreddarlo in modo che che contenesse amido più resistente.

Dottoressa in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione

Autrice e fondatrice di LaTuaDietaPersonalizzata.it. Laureata con lode in Scienze degli alimenti e della nutrizione umana presso la Seconda Università di Napoli ed esperta di salute, alimentazione e benessere.

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