La cura dell’aglio scoperta dai monaci tibetani per trattare una decina di malattie

L’aglio è un tubero dalle mille virtù. Conosciuto già nell’antichità, era persino adorato dagli Egizi, utilizzato dai Greci e conosciuto dai Romani. Si racconta che durante l’epidemia di influenza spagnola, che causò tanti danni, molte persone sopravvissero grazie all’uso continuato di aglio. Anche gli scienziati hanno confermato le sue qualità curative, in particolare la capacità di prevenire le malattie cardiocircolatorie, stimolare la digestione e la diuresi, prevenire la degenerazione cellulare e rinforzare il sistema immunitario.

Per ottenere il meglio dell’aglio, occorre essere molto attenti al momento dell’acquisto: dovete essere sicuri che non abbia subito trattamenti con pesticidi o fertilizzanti, altrimenti sarete costretti ad ingerirli tutti. Fidatevi preferibilmente della coltivazione biologica oppure del prodotto derivante dal territorio in cui vivete, e non da paesi lontani.

La cura dell’aglio che arriva dal Tibet per curare decine di malattie

Grazie ad una ricetta tramandata negli anni da un’anziana signora, oggi è possibile regalarsi un’antica cura tibetana a base di aglio ed alcol. La ricetta viene da un convento buddista sulle montagne del Tibet, che lo ha reso pubblico nel 1972. Non esiste ovviamente alcun fondamento scientifico a quanto sto per scrivere, ma sembra che lo sciroppo ottenuto in questo modo apporti dei benefici veramente sorprendenti.

Ripulisce l’organismo dai grassi, elimina i calcoli, migliora il metabolismo, pulisce le arterie, cura la sinusite, il mal di testa, e l’ipertensione, cura bronchite e polmonite, allevia gastrite ed ulcera allo stomaco, rinnova l’organismo, aiuta la fertilità e cura l’impotenza. Non è proprio semplicissima da eseguire, come vedremo nelle istruzioni, ma è molto facile da realizzare.

Procedimento

  1. Basta tritare a pezzetti 350 grammi di aglio pulito e poi pestarli in un mortaio.
  2. Unire 200 grammi di alcol a 95° e riporre tutto in un contenitore di vetro ben chiuso, da tenere in frigorifero per 3 giorni.
  3. Poi bisogna setacciare il liquido e rimettere in frigo per altri due giorni.
  4. Il preparato si usa in gocce, diluite in acqua o latte, e si assume prima dei tre pasti principali con un dosaggio preciso.

Il dosaggio della cura tibetana dell’aglio

Per i primi sei giorni di cura, bisogna aumentare di una goccia alla volta in questo modo: primo giorno, prima di colazione una goccia, prima di pranzo due gocce, prima di cena tre gocce. Al secondo giorno, colazione quattro, pranzo cinque e cena sei. Avanti così fino al sesto giorno, aumentando sempre. Poi le cose cambiano.

Il settimo giorno, 12 – 11 – 10, l’ottavo giorno 9 – 8 – 7, il nono giorno 6 – 5 – 4, e il decimo giorno 3 – 2 – 1. Gli ultimi due giorni della serie si prendono, nell’ordine 15 – 25 – 25 gocce e l’ultimo giorno 25 – 25 – 25.

Dal dodicesimo giorno in poi si continua con 25 gocce prima di ogni pasto, fino a che il composto non sarà terminato. Questa cura può essere ripetuta ogni cinque anni, e non prima.

Mi piace scrivere, anzi, è una vera e propria passione che mi fa compagnia dall’infanzia. Ho studiato al conservatorio di musica dell’Aquila, poi ho fatto altri corsi specialistici su temi speciali, come il turismo, l’insegnamento, la filosofia, il marketing, le religioni. Ho scritto un libro, ne sto scrivendo un secondo e ho vari blog su internet e pagine Facebook. L’altra mia passione è la radio, nella quale ho lavorato per più di vent’anni e collaboro tuttora.

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