Le aflatossine sono sostanze tossiche che possono essere presenti in alcuni alimenti. Si tratta di micotossine prodotte da alcune specie di funghi e muffe, molto pericolose e dichiarate cancerogene. I momenti della vita del prodotto più pericolosi sono: la coltivazione in situazioni non corrette, la raccolta e l’immagazzinamento.
Molte aflatossine resistono anche alla cottura ed alle tecniche di pastorizzazione e sterilizzazione utilizzate nei processi di preparazione. Non si vedono e non si sente l’odore, pertanto non c’è modo di sapere se un prodotto è contaminato, a meno che non si faccia un’analisi dettagliata di quell’alimento.
Vediamo in quali prodotti possono essere presenti le aflatossine.
1. Cereali, legumi, semi e derivati
Tra gli alimenti più a rischio per la presenza di aflatossine ci sono sicuramente i cereali. Si tratta di prodotti che vengono raccolti e posti ad essiccare in cataste più o meno consistenti. Ma se le condizioni atmosferiche sono avverse, se c’è troppa umidità, oppure se le cataste non sono sufficientemente areate, è molto facile che si sviluppino funghi e muffe. Quando poi il prodotto viene immagazzinato, si sviluppano le aflatossine. Lo stesso identico pericolo, derivante dalle stesse modalità di raccolta e conservazione, sono i semi, il caffè, il cacao e i legumi.
Da questi tipi di alimenti se ne ricavano molti altri, che di conseguenza presentano gli stessi rischi. Questi sono ad esempio gli olii di arachide, di mais, di semi vari, ma anche la cioccolata, le farine, le minestre confezionate o i minestroni surgelati.
2. Latte e latticini
Nel latte, come prodotto in sé, non possono essere presenti delle micotossine, in quanto si tratta di un alimento prodotto dall’animale, mucca o pecora, e non è sottoposto ad immagazzinamento. Purtroppo però recentemente sono state rilevate tracce di aflatossine anche in alcune bottiglie di latte, riferite sicuramente al mangime di cui si erano nutriti gli animali produttori. In particolare si è rilevato che il mais ed altri cereali possono trasferire i propri funghi all’animale che se ne nutre e di conseguenza nel latte che produce. La stessa cosa può accadere purtroppo anche per i latticini.
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3. Carne, pesce e uova
Anche le carni, quando gli animali si nutrono di foraggi a rischio, possono essere contaminati da tossine. I ruminanti che si intossicano con le aflatossine subiscono conseguenze molto acute soprattutto nei soggetti più giovani. In quantità molto minore, sono state rilevate tracce di sostanze tossiche anche nei pesci, sia per i mangimi utilizzati negli allevamenti, che contengono anche cereali, sia per quello che i pesci possono trovare nei mari e nei fiumi, molto esposti a questo tipo di intossicazione.
Seguendo lo stesso tipo di ragionamento, anche nelle uova potrebbero essere presenti delle tracce di aflatossine, in conseguenza del fatto che nei mangimi per le galline sono presenti i cereali.
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Come difendersi dal rischio aflatossine
La prima regola è quella di acquistare cibo di buona qualità. Se possibile, informarsi sull’origine dell’alimento che intendiamo acquistare, perché per i cibi prodotti in Italia le regole sono molto ferree e ci sono più garanzie. Attenzione a tutto quello che arriva dall’estero e in particolare dalle zone tropicali e sub-tropicali.
In secondo luogo, come ogni brava casalinga sa bene, è opportuno conservare gli alimenti il luogo fresco e asciutto, lontano da umidità o fonti di calore. Si consiglia inoltre di non tenere in casa troppo a lungo questi tipi di prodotti a rischio, ma di consumarli nel più breve tempo possibile.