Tracce di inchiostro trovate negli alimenti che mangiamo ogni giorno

Una recente inchiesta di Altroconsumo ha rivelato la possibilità che alcuni prodotti confezionati possano rilasciare tracce di inchiostro all’interno. Senza neanche farci caso, ogni giorno acquistiamo e portiamo a casa prodotti avvolti in cartoni o involucri di plastica con delle scritte all’esterno. Il dubbio è che all’interno delle confezioni possa migrare una parte dell’inchiostro, soprattutto nei casi in cui l’azienda non ha adottato dei sistemi di contenimento.

Purtroppo non esiste una regolamentazione stringente per quanto riguarda le scritte all’esterno. Mentre è particolarmente curata la normativa che riguarda i materiali da usare a contatto con il cibo, non ci sono molte regole per la quantità d’inchiostro che si può utilizzare e sulle regole da adottare.

Oltre all’inchiostro stesso utilizzato per le diciture stampate sugli incarti, ci sono anche altre sostanze chimiche che servono a mantenere le scritte inalterate nel tempo.

Sostanze tossiche all’interno delle confezioni

Su 76 campioni di prodotti analizzati in Europa, solo 45 sono risultati perfetti, senza alcuna traccia migrata dall’esterno all’interno. Gli altri 31 purtroppo ne contenevano delle tracce. Le sostanze rinvenute sono state 2:

  • ammine aromatiche minori, sospette cancerogene e mutagene
  • fotoiniziatori, sospetti cancerogeni e perturbatori del sistema ormonale

I paesi europei interessati all’indagine sono stati l’Italia, la Spagna, la Norvegia e la Danimarca. Dato che non esiste una normativa europea sull’argomento, sono stati presi come riferimento due enti di controllo: il Governo Svizzero, che ha emanato una regolamentazione ad hoc, e l’Ente Governativo Tedesco di controllo.

La buona notizia è che nel nostro paese ci sia un solo prodotto “colpevole” di contaminazione, le formine per i muffin Tescoma, positive per le ammine. Per il resto, tutte le altre aziende coinvolte operano in altri paesi. Sono stati analizzati piatti e bicchieri di carta, sacchetti per il pane, stampi per muffin e vari altri contenitori di cartone.

Le sostanze rintracciate sono state le ammine aromatiche minori in 9 campioni con livelli superiori al consentito e 6 con livelli inferiori. I fotoiniziatori in 6 campioni con livelli superiori al minimo. Altri 15 campioni di cartoni hanno registrato un alto livello di sostanze tossiche all’esterno, ma con bassa o quasi nulla migrazione all’interno.

Come fanno le sostanze tossiche a passare all’interno delle confezioni

Gli inchiostri usati per la stampa sono costituiti da miscele con più di 5.000 solventi, resine, catalizzatori, additivi. Dunque non è difficile immaginare come possa succedere che una piccola parte di queste sostanze passino all’interno. Per fortuna esistono alcune valide pratiche ricorrenti fra i produttori, che evitano questo inconveniente. Un esempio è l’uso di film plastici completamente impenetrabili.

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Ciononostante esiste il pericolo di contaminazione durante alcune fasi specifiche. Ad esempio durante la fase di stampa stessa, o quando i prodotti vengono impilati. Nel caso dei bicchieri, dei piatti, dei contenitori o delle formine, se questi vengono messi uno dentro l’altro, può facilmente succedere che qualche sostanza passi dall’esterno di uno all’interno di un altro.

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