Birra e vino al glifosato: La lista delle marche contaminate da pesticidi

Purtroppo non è la prima volta che si sente parlare di glifosati. Negli ultimi tempi queste sostanze tossiche derivanti da pesticidi e diserbanti usati durante la coltivazione delle materie prime, vengono rilevate sempre più spesso. Gli allarmi derivano per lo più da indagini private ed autonome, e alcune volte da organizzazioni pubbliche. Ne abbiamo parlato anche in un recente articolo sulla pasta.

Ma questa volta si parla di bevande, e in particolare le due bevande più popolari in assoluto in Italia, il vino e la birra. Su 20 marchi diversi di vino e birra, il glifosato è stato rilevato in 19 di essi, un record negativo di percentuale, che di sicuro non incoraggia i consumatori. Sembra quasi di fare uno slalom in corsa per evitare i pericoli, quando si va a fare la spesa, cercando di evitare le sostanze dannose per la salute.

Le marche di birra e vino che contengono glifosato

La U.S. Pirg, una fondazione che si occupa del benessere della popolazione americana, ha pubblicato l’indagine effettuata su 20 marchi diversi, 5 di vino e 15 di birra. Alcune di esse sono marche conosciute ed acquistate anche in Italia, come la Budweiser, la Corona, Heineken, Stella Artois, Guinness, tra le birre. Tra i cinque marchi di vini analizzati ce n’è uno che conosciamo bene: il Cabernet Sauvignon. Tra tutte le bevande testate, soltanto una non conteneva alcuna traccia di glifosano: la Ipa di Peek Beer Organic.

Ma vediamo l’elenco completo e la quantità di glifosato rintracciato in ognuna. Ricordiamo che la Bayer e la Monsanto, le due aziende produttrici del diserbante sotto accusa, sottolineano che i livelli sono al di sotto dei massimi previsti per legge. Ma è importante considerare due aspetti fondamentali.

Il primo è che il glifosato si è dimostrato capace di causare il cancro anche nella percentuale di uno su un trilione. Il secondo è che questo tipo di sostanze tossiche si accumulano con l’uso ripetuto nel tempo e non vengono smaltite dall’organismo in modo facile e naturale.

Il numero che vedete accanto al marchio è il ppb, ovvero part per billion, in inglese, che in italiano si può rendere con parte per miliardo. Si tratta dell’unità di misura che serve a stabilire l’esatta quantità presente in un liquido, quando le cifre sono estremamente basse. Per capire di cosa si sta parlando, un ppb equivale ad un milligrammo in rapporto ad una tonnellata, quindi una quantità veramente minima.

L’elenco dei vini

  • Sutter Home Merlot –  51,4
  • Beringer Founders Estates Moscato – 42,6
  • Cabernet Sauvignon – 36,3
  • Inkarri Malbec biologico – 5,3
  • Frey Organic White white – 4,8

L’elenco delle birre

  • Birra Tsingtao – 49,7
  • Coors Light – 31,1
  • Miller Lite – 29,8
  • Budweiser – 27.0                                         
  • Corona Extra – 25,1
  • Heineken – 20,9                                     
  • Guinness – 20,3                                       
  • Stella Artois – 18,7
  • Ace Perry Hard Cider – 14,5
  • Sierra Nevada Pale Ale – 11,8
  • New Belgium Fat Tire Amber Ale – 11.2
  • Sam Adams New England IPA – 11.0
  • Stella Artois Cidre – 9.1
  • Lager organic di Samuel Smith –  5,7

L’uso del glifosato dovrebbe essere vietato, secondo lo studio della U.S. Pirg

Il glifosato è stato scoperto negli anni ’50 in Svizzera ma solo negli anni ’70 è diventato di uso comune, grazie alla Monsanto, una multinazionale americana assorbita di recente da Bayer. Fino al 2001 era di esclusivo utilizzo della Monsanto, con il suo prodotto diserbante Roundup, ma adesso molti altri marchi hanno imitato la formulazione e introdotto altri prodotti simili, come il Rodeo o l’Accord.

Tra i sintomi di chi viene esposto al glifosato ci sono: occhi gonfi, sensazione di paralisi del viso, bruciore ed irritazione della pelle, pressione alta, dolori al petto, mal di testa e nausea. In California, nel 2017, lo stato ha condannato la Monsanto a risarcire con 289 milioni di dollari la famiglia di un giardiniere, morto di cancro per l’esposizione quotidiana al glifosato nell’uso del Roundup. Da questo caso in poi, sono decine e decine gli agricoltori che stanno accusando la multinazionale e chiedendo i danni.

Nonostante tutto questo, l’utilizzo del glifosato non è ancora vietato in America, tranne che in California. In Europa, soltanto la Francia ne ha vietato la commercializzazione, mentre l’Unione Europea ha prorogato per altri diciotto mesi il permesso di utilizzo in attesa di un responso dell’ ECHA, l’agenzia per la classificazione delle sostanze chimiche.

Alcuni studi medico scientifici hanno testimoniato che il 90% delle analisi delle urine degli americani contenevano tracce di glifosato. In un’indagine condotta in Europa su un gruppo di volontari, grazie alla Friends of Earth, sono state trovate tracce di glifosato nelle urine di 81 persone su 180. La questione è tuttora molto controversa, e l’Italia si è limitata a vietarne l’uso solo nelle ultime settimane vicine alla raccolta o alla trebbiatura.

 

 

Mi piace scrivere, anzi, è una vera e propria passione che mi fa compagnia dall’infanzia. Ho studiato al conservatorio di musica dell’Aquila, poi ho fatto altri corsi specialistici su temi speciali, come il turismo, l’insegnamento, la filosofia, il marketing, le religioni. Ho scritto un libro, ne sto scrivendo un secondo e ho vari blog su internet e pagine Facebook. L’altra mia passione è la radio, nella quale ho lavorato per più di vent’anni e collaboro tuttora.

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