Caffè espresso: troppa acrilammide nei chicchi. Ecco le marche peggiori!

In Italia esistono almeno 800 aziende di torrefazione del caffè, e nel nostro paese il consumo di questi chicchi tostati è diventato un’abitudine irrinunciabile. Anche in questo campo, purtroppo, ci sono alcuni dettagli che andrebbero indagati un po’ meglio, e molte cose non sono del tutto chiare.

In Germania, la rivista Oko-test ha analizzato 22 marche di caffè sotto alcuni punti di vista interessanti. L’indagine aveva come obiettivo la ricerca di acrilamide e furano, che sono sostanze tossiche, e l’ocratossina, che è una muffa velenosa. Inoltre, la rivista ha valutato la trasparenza delle informazioni che riguardano la provenienza del caffè e il tipo di lavorazione. Ma anche le condizioni di lavoro del personale impiegato.

Caffè espresso, troppa acrilammide nei chicchi. Le marche migliori e peggiori!

Dispiace dover rilevare che tra le marche peggiori, secondo la rivista tedesca, ci sono proprio due italiani:

  1. caffè Lavazza
  2. caffè Segafredo Zanetti

Anche la Lavazza non esce bene dall’indagine. E’ stata rilevata quindi una elevata quantità di acrilammide e la trasparenza zero per quanto riguarda la produzione e le condizioni di lavoro. L’azienda Lavazza non ha dato nessuna risposta alle domande fatte dal mensile tedesco sul suo approvvigionamento del caffè.

In Italia purtroppo non è stata mai fatta un’indagine del genere. Ci piacerebbe sapere però come stanno veramente le cose, per amor di chiarezza. Lo scorso anno è stata pubblicata un’inchiesta di Report. L’inchiesta rivelava il contenuto di metalli pesanti in molti caffè. Inoltre, rivelava anche un alto livello di inquinanti presenti nelle capsule per le macchine espresso. A tal proposito ricordiamo soltanto che sarebbe meglio utilizzare caffettiere d’acciaio. In questo modo non si rischia di aggiungere alluminio ai già presenti metalli nei chicchi di caffè.

Invece per i caffè migliori sono risultati:

  1. Gepa Bio espresso (l’unico che ha ottenuto “molto buono”)
  2. Café Intención ecológico Espresso, Fartraide
  3. Dennree Kräftig-aromatischer Espresso
  4. Mount Hagen Espresso, Fairtrade
  5. Rapunzel Gusto Espresso

Acrilammide e furano: 2 sostanze tossiche trovate nel caffè espresso

Ma torniamo all’indagine della rivista tedesca e alle sostanze tossiche che sono state rilevate. Durante la tostatura del caffè, possono sprigionarsi alcune sostanze tossiche come l’acrilamide e il furano. L’acrilamide è stata inserita tra le sostanze probabilmente cancerogene dall’Airc, l’Associazione per la Ricerca sul Cancro.

Questa sostanza si forma quando gli zuccheri e gli amidi degli alimenti sono sottoposti a temperature elevate. La stessa cosa succede anche quando si cucinano patatine fritte, toast, bistecche, e ogni volta che l’alimento presenta bruciacchiature nerastre. Il colore bruno o nero indica proprio la presenza di acrilamide. Ecco perché si consiglia sempre di non esagerare con le cotture o con le fritture, per non attentare alla nostra salute.

Le marche di caffè italiano che presentano le sostanze tossiche

Tornando al caffè, la presenza di acrilamide è praticamente inevitabile, ma quello che preoccupa è il livello di questa sostanza, che deve essere mantenuto nei limiti stabiliti dalla legge. Tra tutte le marche indagate dalla rivista tedesca, Lavazza e Segafredo sono risultate tra le peggiori per quanto riguarda questo parametro. Per il furano il discorso cambia, perché si tratta di una sostanza volatile. Quindi anche se è presente in tracce minime in alcuni caffè, dopo la preparazione nelle tazze non ne resta più nulla.

L’ocratossina invece è una muffa altamente tossica e si sviluppa durante le fasi di riposo della lavorazione, cioè quando il caffè viene ammassato in grandi mucchi dopo la raccolta. Se le cataste di caffè non sono sufficientemente areate, l’umidità può favorire lo sviluppo di questo tipo di muffa.

Nel 2018 il Ministero della Salute ha pubblicato un allerta che riguardava proprio la presenza di ocratossina in un caffè italiano, il Corsini Arabica. Da allora, fortunatamente, nessun caffè è stato più implicato in allerta di questo genere. Comunque sarebbe bene tenersi informati leggendo ogni tanto gli avvisi di sicurezza sul sito del Ministero della Salute.

Altre informazioni sulle aziende produttrici di caffè

La rivista tedesca Oko-test si è premurata, durante la sua indagine, di chiedere alle aziende produttrici di caffè informazioni riguardanti:

  • provenienza dei chicchi
  • modalità di lavorazione
  • condizioni di lavoro degli operai

Alcune si sono comportate bene, rispondendo alle richieste in modo esaustivo e chiaro, documentando ogni affermazione. Altre aziende però sono state gravemente reticenti, e non hanno fornito alcuna indicazione. Anche in questo caso, purtroppo, le due marche italiane che erano coinvolte nell’indagine non rientrano tra quelle migliori. In molti paesi produttori di caffè, come il Brasile, la Colombia, l’Ecuador, la Costa d’Avorio, l’Indonesia, esistono ancora oggi condizioni di lavoro molto simili alla schiavitù, nelle piantagioni.

Le marche di caffè più virtuose hanno aderito agli standard che rispettano l’età minima, il salario minimo e le condizioni di vita migliori per gli operai. Anche se non sono aziende presenti nel nostro paese, vale la pena ricordarle per rispetto della loro integrità: Fairtrade, Utz, Naturland e Hand in hand.

Mi piace scrivere, anzi, è una vera e propria passione che mi fa compagnia dall’infanzia. Ho studiato al conservatorio di musica dell’Aquila, poi ho fatto altri corsi specialistici su temi speciali, come il turismo, l’insegnamento, la filosofia, il marketing, le religioni. Ho scritto un libro, ne sto scrivendo un secondo e ho vari blog su internet e pagine Facebook. L’altra mia passione è la radio, nella quale ho lavorato per più di vent’anni e collaboro tuttora.

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