Sindrome di Stoccolma: 10 segni per riconoscerla in una relazione di coppia

Un grave abuso domestico a lungo termine, un rapimento o qualsiasi episodio di violenza, può provocare un disturbo mentale chiamato sindrome di stoccolma. La sindrome di stoccolma è considerata una sottocategoria del disturbo da stress post-traumatico (PTSD).

Con la sindrome di stoccolma, una donna può sviluppare un’impotenza che le fa credere che lei meriti l’abuso e che non possa allontanarsene. In molti casi, è per questo che le donne non denunciano i loro abusi alla polizia o evitano di raccontarlo ad amici e parenti cosa sta realmente accadendo.

Fasi della sindrome di stoccolma

Questa malattia passa attraverso 4 fasi:

  1. Negazione: la donna non è in grado di accettare di essere stata abusata, o lo giustifica come “è stata solo una volta”.
  2. Colpa: crede di aver causato lei l’abuso.
  3. Illuminismo: in questa fase, si rende conto che non merita l’abuso e riconosce che il suo partner ha una personalità abusiva.
  4. Responsabilità: accetta che solo l’abusatore sia il responsabile. In molti casi, questo accadrà quando cercherà di sfuggire dalla relazione.

Alcune donne non riescono a superare mai le prime 2 o 3 fasi.

Come si sviluppa la sindrome di stoccolma?

La sindrome di stoccolma è causata da abusi domestici gravi e prolungati.

L’abuso domestico segue tipicamente un ciclo estremamente prevedibile, come segue:

  • L’aggressore si muoverà rapidamente in una relazione con tattiche come “gesti amorosi”, grandiosi e romantici, e facendo pressione per l’impegno precoce.
  • L’aggressore abuserà sulla donna sia emotivamente che fisicamente. Questo spesso inizia con uno schiaffo invece di un pugno, o colpendo il muro accanto al loro partner.
  • L’aggressore si sentirà in colpa, e giurerà che non lo farà mai più.
  • Ci sarà un periodo temporaneo di “luna di miele”, in cui l’aggressore farà del suo meglio, attirando il proprio partner e facendolo sentire al sicuro.
  • Si verifica un abuso, ricomincia da capo il ciclo.

Le donne rimangono intrappolate in relazioni abusive per molte ragioni, che possono includere:

  • dipendenza finanziaria dall’abusante
  • desiderare un’unità familiare unita per il bene dei propri figli
  • aver paura di andarsene
  • incredulità o smentita che il partner sia effettivamente offensivo
  • depressione grave o bassa autostima che li fa pensare che l’abuso è colpa loro
  • pensare che il partner fa questo perchè la ama

Quando una donna rimane intrappolata nel ciclo di abusi, la sindrome di stoccolma può svilupparsi, rendendo difficile alle donne riprendere il controllo.

Quali sono i segni?

La sindrome di stoccolma provoca numerosi sintomi distinti. Una donna in una relazione violenta può:

  • pensare che l’abuso sia colpa sua
  • nascondere l’abuso da parte di amici e familiari
  • paura per la sua vita o la vita dei suoi figli
  • avere paura e non sapere mai quale parte del loro partner vedranno quel giorno – un partner amorevole o un violentatore

Se sei preoccupato per un familiare o un amico, osserva alcuni sintomi importanti che potrebbero segnalare che stia vivendo in una relazione abusiva. Questi includono:

  • non esce mai e si scusa per non aver tempo da dedicare con amici o familiari o svolgere attività che un tempo faceva
  • sembra ansioso quando c’è il partner o ha paura del proprio partner
  • se ha frequenti lividi o ferite a cui non può dare una spiegazione
  • se ha accesso limitato a denaro, carte di credito o un’auto
  • se mostra un’estrema differenza di personalità
  • se riceve chiamate frequenti che richiedono di tornare a casa o che li fanno sembrare ansiosi
  • avere un partner che è facilmente geloso o molto possessivo

Effetti collaterali a breve e a lungo termine

Diversi gravi effetti collaterali sono associati alla sindrome di stoccolma.

Gli effetti collaterali a breve termine che possono essere visti immediatamente includono:

  • depressione
  • bassa autostima
  • relazioni rotte con amici e familiari
  • grave ansia
  • sentirsi inutile o senza speranza
  • sentirsi come se non avesse alcun controllo

La ricerca ha dimostrato che la sindrome della donna maltrattata e l’abuso domestico possono portare a conseguenze a lungo termine sulla salute che possono durare per decenni. Gli effetti a lungo termine possono includere:

  • Sintomi simil-PTSD, compresi flashback, stati dissociativi e violenti contro l’aggressore
  • problemi di salute causati da stress, come l’ipertensione e problemi cardiaci associati
  • problemi di salute derivanti dall’abuso fisico, come articolazioni danneggiate
  • mal di schiena cronico o mal di testa
  • aumento del rischio di sviluppare diabete, asma, depressione e disfunzione immunitaria a causa di stress a lungo termine

Trattamento 

Il primo passo nel trattamento della sindrome di stoccolma è quello di portare la donna in un luogo sicuro lontano dal suo aggressore. Non è al sicuro finché non lo fa. Formare un piano di sicurezza e un piano di fuga. È anche bene avere un medico per esaminare eventuali lesioni che potrebbero essere state sostenute nell’abuso.

Un terapeuta con esperienza in PTSD o abuso domestico dovrebbe essere consultato. Il terapeuta dovrebbe aiutarla a capire che non è stata colpa sua. Il terapeuta dovrebbe anche valutare altre condizioni di salute mentale e fattori che potrebbero aver contribuito a non riconoscere la relazione abusiva nelle fasi iniziali dalla donna.

L’ansia e la depressione possono derivare dalla sindrome di stoccolma. Il terapeuta utilizzerà una combinazione di farmaci anti-ansia, farmaci antidepressivi e terapia orale per aiutare la donna a riprendere il controllo della sua vita.

In alcuni casi, il terapeuta può raccomandare la terapia interpersonale, in cui aiutano la donna a stabilire relazioni più forti con il suo sistema di supporto. Queste relazioni di supporto potrebbero essere state danneggiate a causa dell’isolamento causato dall’abuso.

Dottoressa in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione

Autrice e fondatrice di LaTuaDietaPersonalizzata.it. Laureata con lode in Scienze degli alimenti e della nutrizione umana presso la Seconda Università di Napoli ed esperta di salute, alimentazione e benessere.

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