Tonno in scatola, c’è sempre meno olio all’interno: ve ne siete accorti? Ti spiego il motivo!
Negli ultimi tempi, molti consumatori hanno notato una diminuzione dell’olio nelle scatolette di tonno, e non si tratta di un’impressione: è un cambiamento reale che riflette diverse ragioni.
Perché c’è sempre meno olio nel tonno in scatola? Ecco spiegato il motivo!
L’industria alimentare sta adattandosi a nuovi scenari, e l’olio, che in passato era un elemento centrale nelle conserve di tonno e altri alimenti, viene ora utilizzato in quantità minori.
Uno dei principali fattori dietro questa riduzione è l’aumento significativo del costo dell’olio d’oliva. A causa di fattori come cambiamenti climatici e malattie che hanno colpito le coltivazioni di ulivi, i prezzi dell’olio sono aumentati in modo considerevole, spingendo le aziende a rivedere le loro strategie di produzione.
Non è solo una questione di costi. Le aziende stanno rispondendo anche ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, che sembrano apprezzare prodotti con meno olio. Questo adeguamento, nato inizialmente da una necessità economica, si sta rivelando una mossa vincente, incontrando il favore del pubblico.
Perché i consumatori preferiscono prodotti con meno olio?
La crescente richiesta di tonno con meno olio risponde alle nuove esigenze nutrizionali e dietetiche. Ad esempio, il tonno al naturale, che ha un contenuto calorico più basso, ha visto un incremento delle vendite del 5% negli ultimi anni. Con una crescente attenzione alla salute e al benessere, molte persone optano per prodotti a ridotto contenuto di grassi, rendendo le versioni più leggere del tonno particolarmente popolari.
Inoltre, c’è una dimensione ambientale da considerare. Spesso, l’olio di scarto delle scatolette viene smaltito nei lavandini, causando danni all’ecosistema e sprechi. Le nuove scatolette con meno olio sono progettate anche per affrontare questo problema, riducendo la quantità di olio da smaltire e incoraggiando i consumatori a evitarne il lavaggio, con benefici per l’ambiente.
Giorgio Rimoldi, direttore generale di Ancit, ha evidenziato:
“Diminuire il contenuto di olio delle conserve ittiche ma senza ridurre la quantità di pesce è stata una scelta che è andata incontro anche alle preferenze dei consumatori, orientati verso un’alimentazione equilibrata e impegnati a evitare gli sprechi.”
Quanto è cambiato l’uso dell’olio nel tonno? Un tempo, una scatoletta da 80 grammi di tonno conteneva 52 grammi di pesce e 28 grammi di olio. Oggi, la situazione è diversa: in una scatoletta da 80 grammi ci sono 52 grammi di tonno e solo 18 grammi di olio,per un totale di 70 grammi. Questo implica una riduzione di circa il 12,5% del contenuto di olio, mentre la quantità di pesce resta la stessa.
Non è solo il tonno a subire questa modifica; anche le conserve vegetali stanno seguendo questa tendenza. Vi siete accorti di questi cambiamenti?