E’ meglio mangiare la pizza o la pinsa? La nutrizionista degli Azzurri non ha nessun dubbio: ecco la scelta più salutare!
Quali sono le differenze tra la pizza e la pinsa? Una nutrizionista esperta mette l’accento su queste due bontà e determina una verità a molti ad oggi sconosciuta.
E’ meglio mangiare la pizza o la pinsa? La nutrizionista degli Azzurri non ha nessun dubbio: ecco la scelta più salutare!
La pizza e la pinsa sono due specialità culinarie italiane che, sebbene simili, presentano differenze significative.
- Pizza: la pizza è forse il piatto italiano più conosciuto al mondo. La sua base è composta da un impasto semplice di farina, acqua, lievito e sale. Dopo una fase di lievitazione, l’impasto viene steso e farcito con vari ingredienti, tra cui il classico pomodoro e mozzarella. La cottura avviene tradizionalmente in forno a legna ad alta temperatura, che conferisce alla pizza una crosta croccante e un interno morbido.
- Pinsa: la pinsa, di origini antiche, ha recentemente guadagnato popolarità. La sua preparazione si distingue per un impasto che combina diverse farine: frumento, riso e soia. Questo mix rende l’impasto della pinsa più idratato e leggero. Inoltre, la lievitazione della pinsa è più lunga, durando spesso fino a 72 ore, il che contribuisce a renderla più digeribile. La forma della pinsa è ovale, diversa dalla classica forma rotonda della pizza. La cottura avviene a temperature più basse rispetto alla pizza, risultando in una crosta croccante all’esterno e soffice all’interno.
Che cosa ne pensano gli esperti nutrizionisti?
La nutrizionista Romina Cervigni spiega che, sebbene gli ingredienti dell’impasto siano simili, esistono delle differenze chiave tra pizza e pinsa. Per la pizza, generalmente si utilizza farina di grano tenero tipo ’00’. L’impasto della pinsa, invece, è composto da una miscela di grano, riso e soia, ed è molto più idratato, arrivando a contenere fino all’80-90% d’acqua.
Inoltre, la lievitazione varia notevolmente: quella della pizza dura solitamente tra le otto e le ventiquattro ore, mentre la pinsa richiede un periodo di lievitazione più lungo, dalle ventiquattro alle settantadue ore. Questo implica una cottura più lunga per la pinsa, che richiede circa sei-sette minuti, rispetto ai novanta secondi della pizza. La pinsa risulta quindi più leggera e con una consistenza ‘alveolata’, cioè più ariosa chiarisce Cervigni.
L’impasto della pinsa offre vantaggi nutrizionali rispetto alla pizza tradizionale. Non solo è più digeribile, ma ha anche un apporto calorico inferiore. Una pizza margherita classica contiene circa 800 Kcal, mentre una pinsa con mozzarella e pomodoro ne apporta circa 700 Kcal. Tuttavia, il vero fattore determinante delle calorie è la farcitura.
È importante notare che la pinsa contiene soia, un allergene comune, quindi chi ha allergie a questo legume dovrebbe prestare attenzione. Questi aspetti sono sottolineati dalla biologa nutrizionista Romina Cervigni, Direttore scientifico della Fondazione Valter Longo, che evidenzia i benefici nutrizionali e le precauzioni da considerare quando si sceglie la pinsa.