Soda caustica e acqua ossigenata nel latte e formaggi, sequestrati 200 tonnellate dai Nas: è allerta!
Nelle terre marchigiane, le autorità hanno condotto un’operazione di vasta portata, scoprendo una quantità considerevole di latticini alterati. Si presume che questi prodotti siano stati adulterati con sostanze come acqua ossigenata o soda caustica, probabilmente per camuffare il deterioramento e prolungarne la durata.
Maxi sequestro nelle Marche: prodotti caseari alterati con soda caustica e acqua ossigenata!
Nelle terre marchigiane, il Nucleo anti-sofisticazione (Nas) dei Carabinieri ha orchestrato un’operazione di vasta portata, mettendo sotto sequestro quantità significative di latte e formaggi che si sospetta siano stati adulterati con sostanze come acqua ossigenata o soda caustica. La Procura di Pesaro ha avviato un’indagine sulla presunta frode alimentare, avanzando l’ipotesi che tali prodotti siano stati manipolati per nascondere il loro deterioramento.
Non si trattava di una quantità trascurabile, bensì di ben 200 tonnellate in totale di merce (90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di prodotti lattiero-caseari), oltre a 2,5 tonnellate di sostanze impiegate per alterare i prodotti, rappresentando un sequestro massiccio dal valore stimato di circa 800.000 euro.
Le indagini hanno focalizzato la loro attenzione principalmente nella provincia di Pesaro e Urbino, coinvolgendo dieci individui e tre imprese. La sede centrale dell’azienda è localizzata a Jesi, nella provincia di Ancona, mentre le filiali sono disseminate a Colli al Metauro, nell’entroterra di Fano, e anche al di fuori della regione, svolgendo principalmente compiti di logistica e amministrazione. Nel territorio pesarese, l’indagine ha preso avvio dalle attività operative delle Fattorie Marchigiane, una divisione del Gruppo Cooperlat, dove è stata eseguita una perquisizione.
Che cosa è successo e come si sono mosse le autorità?
Le autorità ribadiscono che le indagini sono finalizzate a verificare l’impiego di sostanze sofisticanti e adulteranti nel processo di produzione dei lattiero-caseari destinati alla vendita nella grande distribuzione.
Si ipotizza che queste sostanze, come acqua ossigenata e soda caustica, possano aver influenzato il normale processo di acidificazione del latte, interferendo con la sua acidità naturale e modificandone le qualità sensoriali. Tale manipolazione avrebbe consentito di nascondere lo stato di conservazione non ottimale dei prodotti, prolungandone la durata, ma con il rischio di esporre i consumatori a potenziali pericoli per la salute nel lungo periodo.
L’azienda ha replicato:
“i controlli dei prodotti immessi sul mercato non hanno evidenziato alcuna anomalia.”
Le autorità continueranno ad indagare sull’accaduto per cercare di capire e comprendere. Non resta che attendere ulteriori aggiornamenti sulla questione annosa e delicata.
Fonte: Corriere Adriatico