Ristorante fa “pagare 126 euro” per uno spaghetto all’astice, lo scontrino pazzo diventa subito virale: “questa è una rapina”!
Questa è l’estate degli scontrini pazzi, ormai i ristoratori e baristi fanno pagare in più per servizi che prima erano gratis. Un nuovo episodio è avvenuto in Sicilia, diventando subito virale sui social e anche in questo caso non sono mancate le polemiche.
Ristorante fa pagare 126 euro per uno spaghetto all’astice, lo scontrino pazzo diventa subito virale: “è una rapina”!
Un gruppo di 5 clienti si è seduto a tavola per cenare e mangiare pesce in un ristorante di Siracusa. Il conto finale del ristorante è stato davvero esagerato, sullo scontrino pubblicato dai giovani si vede il totale di ben 476 euro. L’attenzione si è concentrate soprattutto su uno spaghetto all’astice costato ben 126 euro. Poi compare anche il prezzo degli scampi pagati 68 euro.
Lo scontrino pubblicato sui social è finito al centro del dibattito estivo sugli esagerati costi di una cena al ristorante sotto le stelle. C’è come sempre chi difende il ristoratore sostenendo che il prezzo al chilo dell’astice sia già elevato di suo e chi invece commenta che il prezzo sia stato troppo gonfiato. Si legge tra i vari commenti:
«La colpa non è del ristoratore ma dei co…ni che si siedono al tavolo senza leggere i prezzi del menu. Quindi decidere se rimanere o andare via», e chi invece: «Spero sia una fake perché non si può vedere scritto gli spaghetti all’astice 126€, una coca da 33 cl 9 € ecc ecc. Una rapina!!!».
Lo spaghetto all’astice, è uno dei piatti più cari da mangiare quest’estate al ristorante. In Sardegna a inizio luglio all’isola di Tavolara, c’è chi ha pagato questo piatto anche 192 euro (forse dovuta anche alla location mozzafiato del locale con l’arrivo in barca).
La difesa dell’associazione ristoratori si giustifica così!
«Farina +200% rispetto al 2022, mozzarella +60% in un anno, affitto locale +30% in dieci anni e la lista è lunga e potrebbe continuare». Questi sono i continui rincari che ristoratori in tutta Italia hanno subito e continuano a subire ogni giorno, si legge in una nota di Tni Ristoratori Italia.
«Non si parla di questo, ma di uno scontrino di 2 euro per un piatto condiviso. Guarda caso questi polveroni vengono sollevati proprio nel momento in cui si deve far dimenticare il grosso dramma di: inflazione, mutui alle stelle, speculazioni e aiuto forzato alle povere banche. Basta mettere in croce e colpire l’intera categoria di ristoratori per due o tre scontrini. Sono casi isolati e comunque ogni ristorante ha tutti i prezzi ben visibili sui menù», specifica Raffaele Madeo, presidente di Tni Ristoratori Italia.
E continua:
«Perché invece non si dice che dopo il Covid è aumentato tutto, tanto che i ristoratori dovrebbero adeguare i prezzi almeno una volta a settimana? Invece nessuno lo fa, assorbiamo la quasi totalità di questi rincari, per consentire alle persone di venire ancora al ristorante, e intanto rischiamo di fallire. Le materie prime, gli affitti, l’acqua, la tariffa sui rifiuti continuano a rincarare e si tratta di mere speculazioni. Le commissioni sui Pos restano alte e ormai il 90% delle transazioni sono elettroniche, con migliaia di euro, frutto del lavoro dei ristoratori, che ogni anno vanno alle banche. I locali, soprattutto quelli di periferia, sono in ginocchio».
Inoltre il presidente di Tni Ristoratori Italia dichiara:
«In un contesto come questo è inaccettabile che la ristorazione italiana, fiore all’occhiello del nostro Paese venga messa alla gogna perché un ristoratore ha fatto pagare due euro, come scritto da menù, per un piattino condiviso. Tra l’altro, è sacrosanto farlo, chi siede al tavolo occupa un posto e paga un coperto anche se non consuma».