Pomodori, questo è quello che ti nascondono su passate e ketchup che trovi al supermercato: fai attenzione!
Tutti siamo tenuti a sapere cosa si nasconde dietro alle lattine di pelati, alle bottiglie di passata di pomodoro e alle confezioni di ketchup che abitualmente acquistiamo nei supermercati. La maggior parte delle persone infatti, ignora del tutto i drammi che si celano dietro questi prodotti di largo consumo.
Per questo in vari Paesi dell’Unione Europea sono state fatte ricerche volte non solo a verificare la salubrità di ciò che compriamo, ma anche quali siano le condizioni di lavoro di chi fa parte dell’intera filiera di produzione. Ebbene, i risultati sono stati drammatici e sono emerse storie di sfruttamento che non si possono tollerare. Di seguito vi sveliamo di più a riguardo.
Pomodori, questo è quello che ti nascondono su passate e ketchup che trovi al supermercato: fai attenzione!
I pomodori sono uno degli alimenti tipici della dieta mediterranea e li usiamo per preparare una infinita varietà di pietanze. Tuttavia, e non possiamo far finta che questa dura realtà non esista, dietro la loro raccolta si nasconde un mondo fatto di sfruttamento e crudeltà. La maggior parte dei pomodori che finisce nelle confezioni di pelati, passata e ketchup infatti, viene raccolta da braccianti trattati in modo disumano, senza tutela e garanzie di alcun genere.
Una recente ricerca ha svelato che anche nel Sud dell’Italia purtroppo, esistono indegne situazioni di caporalato. I lavoratori, quasi tutti immigrati, sono costretti a faticare fino a 16 ore al giorno sotto il sole cocente per una paga misera, abitando in capannoni privi di acqua ed elettricità. Quasi sempre i campi sono molto lontani dai centri abitati e, senza collegamenti stradali, i braccianti devono percorrere chilometri e chilometri ogni giorno a piedi o in bicicletta per andare a “lavorare”.
Pomodori, metti soltanto questi nel carrello della spesa
E’ ovvio che non sia possibile accettare passivamente un simile comportamento a danno di altri esseri umani, ma cosa possiamo fare in concreto? Qual è il potere reale che ogni consumatore ha per non contribuire a tale barbarie? Più di quanto crediamo per fortuna.
Possiamo, ad esempio, stare più attenti a ciò che mettiamo nel carrello della spesa. Dunque cerchiamo di scegliere prodotti di stagione da piccoli produttori agricoli, di optare per alimenti a filiera corta e controllata, di affidarci, per quanto possibile, ad aziende che certificano la sostenibilità e l’eticità della loro filiera e dei prodotti che vendono.
Diciamo tutti con forza no al caporalato e a qualsiasi forma di sfruttamento dei lavoratori. Solo così ciò che portiamo in tavola avrà davvero un buon sapore, in tutti sensi
Fonte: greenme.it