La lista dei cibi che si possono consumare fino a 2 mesi dopo la data di scadenza!
Hai controllato la scadenza? Sei sicuro che non è scaduto? Quante volte si sentono queste domande da parte delle mamme preoccupate o dei papà più ansiosi. Sì, perché in effetti spesso i ragazzi più giovani addentano alimenti confezionati di qualunque tipo, senza controllare alcunché.
La data di scadenza è di sicuro una delle informazioni più importanti, che fa anche comprendere quanto è fresco un alimento, oppure quando è passato troppo tempo da quando è stato preparato. Naturalmente ci sono parecchie cose alle quali bisogna stare attenti, come ad esempio il contenuto di grassi e zuccheri, ma è chiaro che la data di scadenza va controllata tra le prime cose.
La lista dei cibi che si possono consumare fino a 2 mesi dopo la data di scadenza
Ecco la lista dei cibi che possono essere consumati dopo la data di scadenza:
- Pasta e riso secchi
- Biscotti, fette biscottate, crackers, grissini e simili
- Caffè, tè, cioccolato, cacao
- Pomodori pelati e passate
- Legumi in scatola
- Marmellate e creme spalmabili
- Farine (se la confezione è integra)
- Pane grattugiato (se la confezione è integra)
- Zucchero (non scade mai)
- Olio di oliva (bottiglie chiuse)
- Aceto
- Sale (non scade mai)
Quando si può dire che un alimento è da buttare via!
Può sembrare scontato, eppure non è detto che un alimento che ha superato la data di scadenza, debba essere per forza buttato via. Tutto dipende dal tipo di alimento; ad esempio, se il pacchetto di pasta che si trova in fondo alla dispensa è scaduto da una settimana, non è necessario buttarlo, ma può essere consumato tranquillamente, ovviamente guardando anche l’aspetto esteriore. In generale, se non ci sono macchie o deterioramenti sulla superficie della pasta, il prodotto è ancora edibile, cioè si può mangiare.
Per muoversi con una certa tranquillità nella giungla delle scadenze, occorre pensare alla consistenza del prodotto: più è secco e asciutto, più si conserva, più è umido e con presenza di liquidi, più si guasta in fretta. Tenendo presente questo importante spartiacque, facciamo anche un’altra importante differenza, tra la data di scadenza ed il termine minimo di conservazione (TMC).
La data di scadenza dà un limite preciso e quasi improrogabile, il giorno, il mese e l’anno. Il termine minimo di conservazione, invece, indica quanto tempo dura quell’alimento, dando un’indicazione più generica che comprende la parola “preferibilmente”.
Fate quindi attenzione alla dicitura esatta: “… da consumare preferibilmente entro dicembre 2022″ è un TMC, per il quale potete calcolare tranquillamente anche altri due mesi. “Consumare entro e non oltre il 12/12/2020″, è una data di scadenza precisa, che se viene superata, non garantisce più le caratteristiche di freschezza e qualità organolettica dell’alimento in questione. Questo non vuol dire che il giorno dopo la data di scadenza il prodotto diventa tossico, ma sicuramente non è più garantito dall’azienda che lo ha prodotto.
Gli alimenti freschi e deperibili
Il nostro corpo è una macchina perfetta, pertanto in genere ci avverte quando un prodotto non è buono. Possiamo sentire cattivo odore, come nel caso delle uova, o sentire nausea, vedere un colore strano, oppure ancora strani pizzichi sulla lingua. Sono tutti segnali che indicano la presenza di batteri in azione, e che dicono con sicurezza che quell’alimento non deve essere consumato.
Indicativamente, infatti, lo yogurt, il latte, le uova, i formaggi, sono tutti alimenti che possono essere consumati anche il giorno seguente alla data di scadenza, e persino due o tre giorni dopo, ma è indispensabile controllare bene l’aspetto e l’odore, continuando con l’assaggio di una piccola porzione di prodotto.
Naturalmente tutto questo non vale se la persona che deve assumere l’alimento è particolarmente delicata. Ad esempio un bambino piccolo, che non ha ancora abbastanza anticorpi, oppure un anziano con patologie, o un paziente oncologico che sta facendo una chemioterapia. In tutti questi casi, occorre rispettare rigorosamente la data di scadenza, e comunque cercare di consumare gli alimenti più freschi possibile.