La frutta e la verdura più contaminata da pesticidi. Ecco la lista!
Secondo la rivista “Il Salvagente” in Europa il 40% della frutta e della verdura presentano un residuo di sostanze pesticide, che comunque non superano i limiti di legge, tranne che per l’1,42% dei casi. Le sostanze riscontrate nei prodotti europei sono state principalmente tre: il clormequat, usato anche come ormone della crescita e per tale motivo messo al bando, il clorpyrifos, vietato da gennaio di quest’anno perché risultato neurotossico per i bambini e l’imazalil, che viene usato come fungicida per le arance.
La lista della frutta e verdura più contaminata da pesticidi in Europa
I prodotti con le più alte concentrazioni di sostanze tossiche sono risultati:
- Uva
- Peperoni
- Meloni
- Broccoli
Quelli più virtuosi, con meno sostanze tossiche sono state:
- uova
- carne bovina
- olio di oliva
Non è confortante osservare che alcuni alimenti, dal 2015 ad oggi, hanno visto addirittura aumentare le percentuali di contaminanti presenti, nonostante i ripetuti controlli e tutti gli allerta lanciati dalle associazioni di consumatori. La situazione è peggiorata per le banane, i peperoni, le melanzane e l’uva, che come abbiamo visto, è la peggiore in assoluto.
La lista della frutta e verdura più contaminata negli Stati Uniti
Anche quest’anno la rivista l’EWG ha pubblicato la propria indagine relativa alla presenza di pesticidi nella frutta e nella verdura. L’Environmental Working Group è un gruppo di lavoro nel settore dell’ambiente e del rispetto della salute. Ogni anno svolge delle indagini speciali sulla frutta e la verdura, per verificare la presenza di residui causati dall’uso di pesticidi. Purtroppo le analisi vengono effettuate sui prodotti agricoli in vendita negli Stati Uniti, ma in ogni caso può dare un’idea di quanto possano essere inquinati gli alimenti sulle tavole degli Americani.
I risultati del 2020 non si sono discostati da quelli dello scorso anno, ed i prodotti più contaminati sono stati:
- Fragole
- Spinaci
- Cavolo
- Pesche noce
- Mele
- Uva
- Pesche
- Ciliege
- Pere
- Pomodori
- Sedano
- Patate
Questi sono solo i primi 12, denominati “la sporca dozzina” dall’EWG, ma la lista continua con peperoni, pomodorini, lattuga, cetrioli, fino ad arrivare a quelli meno contaminati, che sono gli avocado, il mais dolce, l’ananas, le cipolle, la papaya, i piselli, le melanzane e gli asparagi.
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In ogni caso, secondo l’Efsa – European Food Safety Authority – l’Italia è tra i paesi con minor rischio per il consumatore, in quanto il suo tasso di regolarità è del 98,2%, migliore della media europea che è del 95,5%. Sicuramente meglio degli Stati Uniti dunque, sia per la qualità dei prodotti, sia per la sicurezza alimentare. Ecco perché non ci stanchiamo mai di raccomandare l’acquisto ed il consumo di prodotti italiani, controllando bene l’indicazione sul cartellino esposto per legge sui banchi di frutta e verdura.