Microplastiche: ne mangiamo 5 grammi a settimana! La lista dei cibi più contaminati
Ormai la plastica è dovunque. Ma non è solo una questione di rifiuti e di smaltimento differenziato. E’ proprio un problema che riguarda tutti, perché noi la plastica, ce la mangiamo. Le microplastiche e le nanoplastiche entrano nella catena alimentare. Sono minuscole particelle invisibili ed impercettibili per un essere umano, ma sono presenti in qualunque cosa, dall’acqua all’aria al cibo, niente di quello che ci circonda è esente da questa tragica realtà.
Mangiamo 5 grammi di plastica alla settimana, come una carta di credito
Una ricerca pubblicata lo scorso anno dall’Università di Newcastle, in Australia, ha dimostrato quali e quanti elementi siano contaminati dalle particelle di plastica. Un lavoro enorme, con un risultato sconcertante: 5 grammi di plastica alla settimana per tutti, non c’è scampo. Per capire quanti siano 5 grammi di plastica, basta pensare ad una carta di credito, o un bancomat, come se si decidesse di mangiarne uno ogni settimana.
Ci si domanda se sia possibile evitare questo, se c’è un modo per difendersi dalla contaminazione della plastica. Ma la risposta desolante è: no, non esiste un modo per evitarlo. Solo i grandi della terra potrebbero mettere un freno al dilagare del fenomeno, ma a tutt’oggi non sembra che stiano facendo un gran che.
«Facendo una media globale, ogni settimana assorbiamo 1.769 particelle di plastica dall’acqua, 182 dai frutti di mare, 10 dalla birra e 11 dal sale» è quello che ha spiegato il biologo marino Silvio Greco. Dirigente delle ricerche alla Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e che insegna Produzioni agroalimentari e sostenibilità ambientale all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo. Quella che vediamo è una statistica persino ottimista, perché ha preso in esame solo alcuni alimenti, non proprio tutti, e quindi la quantità di plastica che ingeriamo è sicuramente maggiore.
L’acqua in bottiglia contiene più plastica in assoluto
Se le cose dovessero continuare in questo modo, non dovremmo dispiacerci soltanto per gli uccelli o per le balene soffocate per la plastica, perché la prossima vittima può essere l’uomo. Sempre secondo quanto afferma Silvio Greco nel suo libro: “La plastica nel piatto”, dal 1950 la produzione è cresciuta di duecento volte, e non si ferma: ai ritmi attuali, nel 2030 si produrrà il 40 per cento in più di plastica rispetto a oggi.
Ogni persona mangia almeno cinquantamila particelle di micro plastica ogni anno e altrettante ne respira. L’accusata principale è l’acqua in bottiglia, che contiene plastica in micro particelle 22 volte di più dell’acqua del rubinetto.
La classifica degli alimenti più contaminati dalla plastica
Il WWF, che aveva commissionato la ricerca dell’Università di Newcastle, ha lanciato una petizione tuttora attiva che invita i governi di tutto il mondo a fermare l’invasione della plastica. Dal rapporto dell’Università si evince che la maggior parte della contaminazione deriva dall’acqua. Per quanto riguarda il pesce, per fortuna, siamo abituati a consumarlo già privato dei visceri, ed è proprio lì che si accumulano le microparticelle di plastica.
Non possiamo però evitarla quando si tratta di molluschi: cozze, vongole e gamberetti vengono mangiati interi, e in questo modo ingeriamo tutto, plastica compresa. I molluschi infatti sono al secondo posto fra gli alimenti inquinati:
- Acqua in bottiglie, 1769 particelle di plastica alla settimana
- Molluschi, 182 particelle
- Birra, 10
- Sale da cucina, 11
Un’altra recente indagine effettuata dalla rivista Oko-test, ha riguardato il latte in polvere per neonati, dove è stata riscontrata la presenza di microplastiche e sostanze contaminanti in alcune marche che potete leggere qui.
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Bisogna intervenire al più presto cercando di limitare il più possibile il consumo e l’uso della plastica in tutte le sue forme, se vogliamo preservare la salute dell’ambiente ma anche quella dell’uomo.