La carne di laboratorio in futuro ridurrà l’impatto ambientale?
La discussione è aperta e i pareri sono contrastanti, ma nel nostro futuro di sicuro verrà prodotta carne in laboratorio. Secondo il periodico “The guardian”, questa opzione potrebbe salvare il pianeta, che rischia di essere distrutto dal riscaldamento eccessivo, anche a causa degli allevamenti di bestiame. Il giornalista George Monbiot ha realizzato un documentario dal titolo “Apocalypse cow”, per raccontare tutte le novità di cui è stato messo al corrente in un centro studi di Helsinki nel quale opera la Solar Food.
Le nuove tecnologie alimentari sono piuttosto avanti e riescono a creare per esempio la farina, solo con un po’ d’acqua e qualche batterio adatto. Il giornalista ha assaggiato personalmente dei pancakes creati dallo staff con la farina da laboratorio. Afferma che erano esattamente come quelli che conosciamo.
Cibo da laboratorio nel futuro
Ma non è solo la farina che si può fare da qualche batterio. Con le giuste modifiche, gli scienziati “gastronomici” possono ricreare in laboratorio carne, latte e uova. I prodotti creati dalla Solar Food dovrebbero arrivare alla grande produzione già dal prossimo anno. Mentre alcuni sono ancora occupati nelle discussioni accademiche su cosa è meglio e cosa è peggio tra mangiare tutto o mangiare vegano, gli scienziati della Solar Food faranno presto diventare questo dilemma antico ed irrilevante.
Ma quali sono i vantaggi che comporterebbe l’utilizzo di questi tipi di alimenti da laboratorio? E’ presto detto. L’utilizzo dell’acqua per la produzione del nutrimento della razza umana è in crisi profonda. Gli scienziati hanno previsto che nel 2050 ci vorrebbe il 20% in più di acqua per nutrire le persone in vita, ma ce ne sarà il 20% in meno invece. I ghiacciai si stanno riducendo, il deserto aumenta, la terra si riscalda, i fiumi neanche ce la fanno ad arrivare al mare, insomma, niente di buono sotto il sole.
Gli allevamenti di bestiame divorano ettari di terra
Per di più il settore zoo-tecnico è responsabile del 15% della produzione mondiale di gas serra. Se si allarga il campo a tutte le attività che riguardano il suolo, compresa l’agricoltura, si arriva al 24%. Un terzo delle terre coltivate sulla terra produce un miliardo di tonnellate di foraggio per gli allevamenti di animali, per i quali viene adoperato anche il 23% di tutta l’acqua disponibile sul pianeta.
Secondo l’Adam Smith Institute, con un solo ettaro coltivato a riso si nutrono 19 persone, mentre con un ettaro coltivato a foraggio per animali si nutre una sola persona! Già dal 2012 si facevano degli studi per capire come risolvere il problema dell’alimentazione nel futuro.
Uno di questi studi, pubblicati sul portale europeo della scienza, spiegava che se si fosse passati alla produzione della carne in laboratorio, si sarebbe scesi da una necessità tipo di 100.000 ad una di 1.000. Una drastica riduzione dunque, che comporterebbe un risparmio energetico notevole, un ridimensionamento dell’effetto serra, ed il graduale ripristino delle condizioni ottimali per il nostro pianeta.
La carne da laboratorio ci salverà dal ‘grande sterminio’
Sempre secondo il giornalista George Monbiot “il cibo creato senza fattorie salverà la gente e il pianeta. Ci permetterà di restituire alla natura vaste aree di terra e di mare. Questo fermerà le stragi di animali e la deforestazione, la forte riduzione di pesticidi e fertilizzanti. Sarà la migliore speranza per evitare la ‘sesta grande estinzione’, che io chiamo invece ‘il grande sterminio'”.
Il giornalista spiega che tutto questo sarà possibile però solo a condizione che i governi facciano molta attenzione al fenomeno, ai costi necessari per lo sviluppo di queste tecnologie, al loro impatto reale, e soprattutto controllando che non diventino i futuri “poteri forti” dell’alimentazione. Per non cadere dalla padella alla brace, abbiamo necessità che le nazioni abbiano occhi aperti sulla trasformazione in atto, cavalcandola, e non subendola passivamente.